martedì 18 dicembre 2012

Lettera aperta al sindaco di Monselice


  Solo persone accecate dall’ideologia e da un’insanabile malafede possono far credere che il revamping sia finalizzato a garantire l’occupazione. La ristrutturazione industriale presentata da Italcementi ha in realtà due scopi ben diversi: il primo è quello di rimanere per altri trent’anni a produrre all’interno del Parco Colli Euganei in spregio totale ad ogni normativa dell’ente Parco che, all’art.18 del Piano Ambientale, lo esclude in modo molto netto. Il secondo obiettivo è quello di continuare a garantire un business miliardario, con l’utilizzo dei rifiuti e delle ceneri come materia prima, nel processo produttivo. Non lo sostengono gli ambientalisti estremi, egregio dott. Lunghi, ma gli stessi cementieri che si sono anche prodigati a sottolineare come, in caso di vittoria al Consiglio di Stato, comunque l’occupazione diminuirà. Dunque ad Italcementi non sta a cuore i suoi dipendenti quanto esclusivamente i suoi profitti. Sia chiaro che sul fronte opposto non ci sono solo gli ambientalisti ma anche la maggior parte dei residenti tra Monselice ed Este oltrechè le due amministrazioni di Este e Baone composte da persone votate come lei e, senza dubbio, non ascrivibili a fronti estremi dell’ambientalismo. Preoccupate, invece, dell’ambiente e della salute dei loro concittadini. A questo proposito, cosa mai il sindaco non interviene mai sui valori altissimi degli inquinanti che fuoriescono dai camini di Italcementi in queste ultime settimane?

A sostenere questa tesi vi sono inoltre ben due sentenze del Tar Veneto. Corte composta da giudici la cui missione è esclusivamente quella di far rispettare la legge. Quella stessa legge di cui anche gli amministratori dovrebbero farsi paladini per non discriminare una fetta di popolazione a vantaggio di un’altra. In quanto all’occupazione direi che il momento è maturo per convocare un tavolo dove tutte le parti coinvolte inizino a programmare un futuro economico radicalmente diverso da quello che ha caratterizzato sinora l’area tra Este e Monselice. Per quanto mi riguarda mi impegnerò su questo fronte affinchè l’ente di cui sono consigliera, il Parco Colli Euganei, convochi al più presto questo organo. Mi auguro di vederla presente e, soprattutto, propositiva. L’alternativa oggi è possibile. Basta solo cercarla.



Beatrice Andreose

Ex assessore all’ambiente di Este

Consigliera del Parco Colli Euganei

domenica 25 novembre 2012

I risultati delle primarie del centro sinistra ad Este

Bersani   262 voti (34,42%)

Tabacci  4     voti (0,5%)

Puppato  58 voti ( 7,62%)

Vendola  86 voti ( 11,3%)

Renzi       352 voti (46,25%)

Ringraziamo tutti i nostri concittadini che hanno scelto Nichi Vendola

domenica 23 settembre 2012

Cementeria e ossido di azoto


Chiedo al sindaco di Este se corrisponde al vero o meno che la Cementizillo di Este supera ben sette volte i limiti richiesti, per l’ossido di azoto, ad un inceneritore. Non credo possa sconfessarlo così come mi rincresce che il primo cittadino mi attribuisca affermazioni mai fatte ovvero che la Cementizillo di Este avrebbe superato i limiti previsti dalla provincia per il suo stabilimento. Mai detto. Come noto i titoli li fanno i redattori non chi è intervistato. Non capisco quindi dove sia la polemica con la sottoscritta che si ricorda bene il lavoro svolto in amministrazione affinchè la cementeria riportasse on line, anche sul sito del Comune, i dati relativi alle sue emissioni.
  Ma poiché il sindaco Piva si sofferma in modo particolare sulle emissioni di NOx vorrei sottoporre all’attenzione di cittadini ed associazioni alcuni altri dati proprio sull’ossido di azoto segnalando i dati medi di emissione che si possono verificare sul sito del comune.
  Ricordando dunque che il limite di legge concesso dalla provincia di Padova è di 1800 mg/N mc. si registra:
Febbraio 1431 mg/Nmc
Marzo 1503
Luglio 1516
Agosto 1399
Settembre 1418 (fino al 18 settembre)
  Nessuno sforamento, certo. Ma è abbastanza sorprendente notare come nel sito del comune di Fanna, dove si trova un altro stabilimento Cementizillo, il limite di emissione per l'ossido di azoto risulta fissato in 1400 mg/Nmc. Quindi se lo stabilimento di Este dovesse sottostare ai limiti di quello di Fanna sarebbe sempre fuori legge e soggetto a denuncia obbligatorie da parte degli organismi preposti al controllo quasi tutti i giorni.
  Naturalmente, secondo la legge, nessun appunto può farsi alla Cementizillo perchè a Fanna rispetta i 1400 mg/Nmc di NOx mentre a Este i 1800 mg/Nmc. Tuttavia risulta almeno incomprensibile perchè lo stabilimento di Este, localizzato nella zona di più alta concentrazione di cementifici d'Europa, inserito all'interno del parco colli e presente a poche centinaia di metri dal centro di un paese di 17.000 abitanti, abbia dei limiti più favorevoli rispetto a quello di Fanna.
  Come fissano le diverse province i limiti di legge? Non si capisce. Si capisce ancora meno il fatto
che i cementifici dispongano di limiti di emissione, per gli stessi inquinanti, molto più favorevoli rispetto agli inceneritori.

Per Lista civica arcobaleno- Sel di Este
Beatrice Andreose

martedì 3 luglio 2012

No all'ordinanza antiaccattonaggio




COMUNICATO STAMPA


Che una schiera significativa di migranti vadano ad ingrossare le fila degli sfruttatori, non c’è dubbio. Mercanti senza scrupoli spesso li utilizzano a fini che nulla hanno a che fare con la dignità di queste persone costrette a mendicare per le piazze e le strade più disparate della nostra penisola. Ma credere di poter far fronte a questa grave situazione colpendo esclusivamente l’ultimo anello della catena, il più debole ed indifeso, è davvero miope se non colpevole. Non siamo d’accordo con la politica del sindaco Piva ne con la filosofia della sua ordinanza, la n.97, che crede di poter liberare Este da questi mendicanti vietando l’accattonaggio. Ordinanza inutile ( i mendicanti, nonostante l’ordinanza, infatti, continuano a girare per la città) che parla alla pancia della gente senza dare risposta al problema. Noi in città ci viviamo e vi camminiamo ogni giorno, ogni sabato ci rechiamo al mercato. Talvolta notiamo fastidio o battute, alimentate dallo sprezzo leghista contro i migranti, di alcuni. Notiamo però anche l’aiuto concreto che molti altri forniscono a chi ne ha bisogno. C’è chi anziché dare dei soldi offre un pezzo di pane , un frutto, qualcosa da mangiare. Prodotti che certo non finiscono in tasca a chi li sfrutta, qualora ci siano. Questi mendicanti sono soprattutto giovani, arrivati in modo avventuroso in Italia in cerca di fortuna ed oggi indicati come criminali da chi li dovrebbe aiutare. Non sarà una aggressione in quindici anni che ci fa cambiare opinione. Quello è un caso che va affrontato singolarmente anche dal punto di vista penale, qualora ( e solo in quel caso) ricorrano gli estremi per doverlo fare. E’ come se all’estero ci indicassero tutti come mafiosi solo perché italiani. Chiediamo una riflessione meno superficiale e ipocrita della questione. In quanto al parcheggio dell’ospedale o ad altri parcheggi cittadini mai abbiamo assistito a aggressioni ne, operatori sanitari che all’ospedale vanno ogni giorno, ci riferiscono di casi preoccupanti in tal senso. A chi dare ascolto allora? Sempre e solo alle sollecitazioni pseudo leghiste che in questo modo vengono alimentate? Non ci sono migranti che ci vanno bene, le badanti, ed altri sporchi e cattivi che infastidiscono lo shopping del sabato mattina. In alternativa saremo costretti a prendere le distanze da provvedimenti che nemmeno più le giunte leghiste hanno la forza di proporre e che mal si conciliano con l’attività di accoglienza e aiuto che le numerose associazioni cittadine offrono ai migranti stabilitisi nella nostra zona.






Lista civica arcobaleno- Sel


sabato 30 giugno 2012

Verso le elezioni politiche del 2013

Lunedì 2 luglio ore 21.00
TRA CRISI EUROPEA E NECESSITA' DELL'ALTERNATIVA
Introduce VILMA MAZZA


Intervengono PANOS LAMPROU della Direzione di SYRIZA
GIANFRANCO BETTIN, LUIGI DE MAGISTRIS e NICHI VENDOLA
Conclude ARGIRIS PANAGOPULOS giornalista e corrispondente dalla Grecia de Il Manifesto


http://www.sherwood.it/articolo/1843/verso-le-elezioni-politiche-del-2012


  Sarà Panos Lamprou, un esponente di primo piano di Syriza, l'innovativa coalizione di forze politiche della sinistra greca che ha saputo raccogliere, nel paese più colpito dalle politiche di "rigore" della Troika (Banca Centrale Europea, FMI e Commissione), un larghissimo consenso elettorale intorno ad una proposta di alternativa ai diktat che prevedono la riduzione in miseria di un  intero popolo e la cancellazione dei suoi diritti fondamentali, ad aprire l'incontro di Sherwood Festival con tre protagonisti del dibattito politico-istituzionale italiano quali il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e l'assessore veneziano Gianfranco Bettin.
Il dibattito si svolgerà all'indomani delle conclusioni del Consiglio Europeo che avrà visto contrapporsi, e non sappiamo ancora se trovare un difficile compromesso, differenti ipotesi di governance continentale nella crisi del debito sovrano e della moneta unica. Ma anche all'indomani del voto parlamentare con cui in Italia è stata approvata una "riforma" del mercato del lavoro che rende tutte e tutti più precari, senza istituire alcuna nuova reale tutela di fronte ai drammatici effetti sociali della crisi. L'orizzonte temporale della discussione sarà quello delle elezioni politiche previste per la primavera del 2013: sono queste lo spazio per introdurre, anche sul piano della governance, quegli elementi di cambiamento che la società italiana ed europea stanno chiedendo con forza? E questo potrà avvenire riproponendo formule e metodi già visti nell'eterna coazione a ripetere del Centrosinistra italiano? Le consultazioni primarie e poi le elezioni non potrebbero essere invece l'occasione per mettere in campo un percorso nuovo, capace di coalizzare quanti si collocano "a sinistra e oltre" il Partito Democratico in maniera non subalterna e di parlare non il linguaggio scontato della frammentazione, della testimonianza e della rappresentanza, ma la lingua viva della rottura con le politiche di "sacrifici" a senso unico e della costruzione di un'alternativa europea al modello fin qui dominante?






Sherwood Festival tutte le informazioni in www.sherwood.it







--------------------------------------------------------------------------------------------------------------




sabato 16 giugno 2012

Poesia ad Este nel solstizio d'estate

                        Versi in libertà

Ovvero una serata in compagnia scandita dai versi di poeti e cantautori.

Cosi giovedì 21 giugno dalle 19 in poi saluteremo quest’anno l’estate nel brolo del palazzo Sartori Borotto in piazza Trento,  sconosciuto ai più( anche agli estensi) ma uno dei posti più belli e magici della nostra città.

                   Interverranno:

                 Luca Bassanese, poeta e cantautore

                                  la poetessa Cinzia Ferrante

                                  i poeti della rivista InVerso di Padova

                                 Sabine Uitz e Paolo Cattaneo di Via Rosse 

                          i poeti della compagnia "Mentalmente instabili"

                                      

                                        Siete tutti invitati


mercoledì 13 giugno 2012

Parco “Mario Rigoni Stern” - 16 giugno 2012





Sono passati già quattro anni da quando il “nostro” Mario Rigoni Stern è tornato a baita, e con condivisa tristezza tutto il mondo della letteratura di montagna si strinse attorno al grande uomo. Durante la sua attività letteraria, Mario fu in grado di riportare con precisione ma soprattutto con emozionanti immagini le guerre combattute dagli alpini sui diversi fronti,e dove la follia fascista aveva spinto al massacro decine di migliaia di uomini.
Una volta ritornato a casa (a piedi) dai campi di prigionia tedeschi, e ripresi i ritmi naturali della vita sul suo Altopiano di Asiago ha saputo rimettere in ordine i suoi ricordi e i pochi appunti che era riuscito a conservare, per restituirci capolavori come “Il sergente della neve”, che ancora oggi si legge nelle scuole.
Dopo i racconti di guerra, ha fornito genuine istantanee dell'antico mondo dei pastori e malgari, dei cacciatori di galli forcelli e pernici o dei taglialegna, fermandosi sempre ad evidenziare il grande equilibrio e senso di responsabilità dell'uomo davanti alla natura.
Ci ha regalato storie epiche come quella di Tönle, ci ha raccontato delle sue api, degli alberi e dei lunghi inverni a cacciare le volpi, quasi un mondo fuori dal tempo, che sembra non esistere se non nelle fiabe, dove alla fine della narrazione la sensazione che ci rimane è di grande pace ed armonia.
Conservo ancora oggi la copia del quotidiano “La Stampa”, per il quale scriveva, di quel triste giorno di giugno del 2008 dove leggevo la notizia della sua scomparsa; certo ci ha lasciato fisicamente ma ci è molto vicino per le opere che ha lasciato e per chi come noi ad Este ha deciso di ricordarlo con un parco alle porte della città.
Nel 2011 l'amministrazione comunale ha infatti inaugurato il parco “Mario Rigoni Stern”, fortemente voluto da un gruppo di persone sensibili come l'ex-assessore all'ambiente Beatrice Andreose, il prof. Antonio Mazzetti e Alberto Manfrin.
Nel corso dell'ideazione e della realizzazione abbiamo incontrato tante persone che hanno riconosciuto l'utilità dei quest'opera e che di Mario erano amici, come Angelo Fornasiero.
L'amico Angelo ha voluto ricordarlo con una stampa ed una frase sui pannelli esposti, che purtroppo
qualcuno ha deciso di staccare, senza alcuna motivazione. Ci chiediamo il perché di questo gesto,
non siamo in grado di capirlo. Se qualcuno ne volesse una copia siamo disponibili a fornirne una o
più, assicura Angelo che non prova rabbia o rancore per il gesto ma molta curiosità.
Comunque, ne abbiamo attaccate altre due, ed anche se non sono di pregio come la ricercata scultura di Andrea Rimondo posta al centro del parco, sono comunque un gesto di affetto di un amico, pertanto chiediamo che non vengano più staccate.
Con l'occasione chiediamo anche all'amministrazione comunale un maggiore interesse verso l'area verde, in quanto alcune piante sono morte dopo la siccità e sono quindi da sostituire, tra cui le due querce, e molte altre piante necessitano di manutenzione.
Aspettiamo che venga installata una fontanella d'acqua, e che vengano collocati dei punti luce ecologici ad alimentazione solare, per permettere una sosta anche durante le ore serali nelle sere d'estate.
Solo in questo modo i visitatori troveranno un parco confortevole, come coloro che sabato vorranno ricordarlo con un fiore o magari leggendo una frase o un pezzo di un suo racconto.

Alberto

Parco Colli Euganei: approdato in Regione il disegno di legge della giunta veneta

Cari tutti,


   brutte nuove.
Ieri mattina è approdato in giunta regionale il disegno di legge col quale l’attuale maggioranza regionale intende di fatto azzerare la valenza paesaggistica e urbanistica dei parchi regionali, in primis quello dei Colli Euganei di cui sono consigliera in rappresentanza del Comune di Este. Il titolo del disegno di legge è “ Norme per la tutela della rete ecologica regionale”. In tutto 48 articoli che come finalità si propongono ( art. 1) “ di garantire la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente nelle zone di particolare interesse naturalistico ed ecologico” . Il legislatore si richiama alla legge quadro sulle aree protette n. 394 /91, alla Convenzione sulle biodiversità ,alla direttiva 2009/147/CE e quella 1992/43/CEE del Consiglio Europeo. Obiettivi principali( art.2 , 2° comma) sono “semplificare la procedura della pianificazione naturalistica dei parchi e delle riserve regionali; migliorare l’efficacia della gestione, razionalizzare la spesa secondo quanto previsto dalla finanziaria 2011”. Insomma il disegno si presenta all’opinione pubblica come un tentativo di razionalizzazione della spesa ed eliminazione degli sprechi. Per quanto ci riguarda, la legge abroga espressamente dall’art.17 all’art.35 della legge n.38/89 istitutiva del Parco Colli Euganei. All’art. 12 prevede l’esclusiva redazione di un piano naturalistico sovraordinato ai piani territoriali ed urbanistici che dovrà verificare (art.22) la compatibilità ,esclusivamente naturalistica, degli interventi edilizi che “ possono alterare in modo permanente l’assetto del territorio”. Al 3° comma dello stesso articolo si dice che le concessioni edilizie all’interno del Parco sono esercitate dai Comuni. All’organizzazione del Parco sono dedicati gli articoli che vanno dall’art. 30 all’art.38. Il presidente è nominato dalla giunta regionale tra coloro che presentano la propria candidatura. Il direttivo sarà formato da altre quattro persone nominate sempre dalla giunta regionale. Viene introdotta poi la Comunità del Parco dove dovrebbero confluire associazioni ambientaliste , turistiche, culturali, agricole, venatorie ed ittiche. Organo consultivo chiamato ad esprimere pareri non vincolanti e che verrebbe convocato almeno due volte l’anno dal Presidente del Parco. Soppresso dunque il consiglio del Parco nonchè il Comitato tecnico scientifico dei singoli parchi per lasciar spazio ad un unico organismo che funzionerà per tutti i parchi veneti. Il tutto per un risparmio di spesa quantificata in 500.000 euro, secondo quanto riporta un settimanale locale.


Dunque quanto vi ho succintamente descritto è preludio della snaturalizzazione del Parco, in modo particolare quello dei Colli Euganei. MI riservo di fare, assieme a Gianni Sandon ed Antonella Buson, un esame più accurato ed approfondito della proposta regionale convocando al più presto una riunione aperta a chi vuole contribuire ad un dibattito sereno, per decidere come rispondere a questa provocazione che manda in soffitta di fatto il Parco a cui si lascia una esclusiva competenza naturalistica. Dunque c’è la concreta possibilità che, qualora questo disegno dovesse passare, si crei un disordine urbanistico intrecciato a molta incompetenza tecnica nonché alle brame edificatorie dei vari sindaci dei Colli. Insomma il disordine è grande sotto il cielo. Dobbiamo rispondere in modo adeguato ed in tempi celeri a questo attacco alla filosofia istitutiva del Parco.

Beatrice Andreose

sabato 2 giugno 2012

I problemi della nostra città sono lavoro ed ambiente, non i mendicanti

Caro signor Zaramella,
in questi anni ho scelto volutamente di non replicare ai suoi post demenzial-razzisti. Non per mancanza di tempo quanto invece per assoluta irrilevanza dei temi da lei sollevati. Scopro che nel suo blog ,per l'ennesima volta, lei mi cita tramite un video per supportare una sua tesi circa l'invadenza di troppi mendicanti in città, soprattutto il sabato nel corso del mercato settimanale, collegando questa presenza alla criminalità ad Este. Condivido ancora oggi pienamente quanto sostenuto nel corso dell'ultma campagna elettorale, ovvero che Este è una città tranquilla e che la supposta paura degli atestini alberga esclusivamente nella sua testa ed in quella di chi come lei fomenta fantasmi inesistenti per prendere quattro voti e guadagnarsi la carega a palazzo. Vado al mercato settimanale ogni sabato. Non riscontro in alcun modo violenze o criminalità da parte dei mendicanti, di colore e non, che stazionano puntuali nella nostra città. Certo, noto fastidio da parte di qualche cittadino che viene avvicinato per chiedere un obolo. Noto anche però molta solidarietà di persone che anzichè gridare al pericolo, come si diletta lei, magari danno un frutto, un pane, insomma qualcosa da mettere sotto i denti a chi ne ha bisogno. Le suggerirei tuttavia, poichè è un consigliere e si dovrebbe occupare del bene della collettività abbandonando il delirio leghista da campagna elettorale, di occuparsi dei problemi reali della nostra città. Il lavoro che è venuto a mancare a molti lavoratori, ad esempio, o l'inquinamento che continua a marcare il nostro territorio. Invitandola peraltro, e con lei anche la sua padrona di partito, a non cambiare idea a seconda del vento che tira sul revamping Italcementi. Di politici di quarta categoria Este ne ha conosciuti parecchi. A mio parere lei è tra i primi in graduatoria.

Beatrice Andreose

martedì 20 marzo 2012

Quel moloch di Italcementi che minaccia il Parco Colli Euganei

Tratto dalla rivista Micromega on line

Tra il verde del Parco Colli Euganei e cittadine artistiche come Arquà Petrarca, Veneto, il consiglio di Stato – ribaltando la decisione del Tar – ha acconsentito la costruzione di un forno verticale alto 89 metri: un moloch tra i monumenti, emblema dell’arroganza del partito del cemento. Senza considerare l’alto impatto d’inquinamento sulla zona.

di Beatrice Andreose

Nemmeno la fantasia più strampalata avrebbe potuto sortire conclusione più balorda. Un forno verticale alto 89 metri, targato Italcementi, in pieno Parco Colli Euganei (Pd), per il Consiglio di Stato vanta “una qualità architettonica apprezzabile, in linea con le tendenze dell’architettura contemporanea che attribuiscono alle strutture verticali ad elevato contenuto tecnologico la funzione di riqualificare i siti nei luoghi deteriorati (...)". Una novella piramide davanti il Louvre, insomma. Arte contemporanea che dialoga con l’antico!
Queste le premesse che hanno portato i giudici, improvvisatisi in arditi e spericolati paesaggisti, ad accogliere le richieste di Pesenti rovesciando così una sentenza del Tar Veneto a suo tempo promossa dai comitati “Lasciateci respirare” ed “E noi”, che gli vietava di poter effettuare il revamping (una ristrutturazione degli impianti) da 160 milioni di euro della sua cementeria in quel di Monselice. Così Arquà Petrarca, uno dei borghi medievali più belli d’Italia, la casa dove morì il poeta e la sua tomba, meta di pellegrinaggio per moltissimi turisti e letterati che ogni anno arrivano da tutto il mondo, avranno come sfondo questo moloch, monumento all’arroganza del partito del cemento, per altri trenta anni. Gratterà il cielo di quei colli Euganei che il poeta inglese Shelley immortalò in un suo poemetto, ma che oltre ad una bellezza straordinaria vantano anche la più alta concentrazione europea di cementifici, ben tre nell’arco di otto chilometri (la Cementizillo ad Este e Radici a Monselice) che producono ben il 60% del cemento nel Veneto, regione che a sua volta detiene il primato europeo di produzione di cemento, ben 700 kg per abitante contro i 300 della Germania.
Nemmeno una riga, nelle numerose pagine della sentenza, è stata riservata al Piano Ambientale del Parco Colli Euganei, progettato da Roberto Gambino e Paolo Castelnovi, che all’art. 19 definisce come incompatibili con l’esistenza del Parco le industrie cementiere. Giudici smemorati, infine, persino della Costituzione che tutela al sommo grado il valore estetico- culturale del paesaggio il quale, secondo la sentenza della Corte Costituzionale 151/1986, non deve mai essere subordinato “ad altri valori, ivi compresi quelli economici”.
Morale della favola: mentre i Comitati, e con loro le due sole amministrazioni di Baone ed Este, insieme alle parrocchie che invitano ad una riflessione ragionata, ritenevano il revamping una nuova costruzione, il Consiglio di Stato lo considera un semplice ammodernamento. Contro i primi tutti gli altri soggetti pubblici coinvolti: l’ente che avrebbe dovuto opporvisi, il Parco Colli Euganei, che in cambio di un milione di euro per sistemare le frane nei colli, ha accolto il revamping, con insignificanti correttivi, assieme al Soprintendente ai beni culturali e paesaggistici del Veneto Ugo Soragni, alla Regione Veneto guidata dal governatore leghista Luca Zaia, alla Provincia di Padova, al Comune di Monselice (sindaco l’azzurro Francesco Lunghi), alla maggioranza dei 15 comuni dell’area collinare, inizialmente contrari al progetto, ma poi “convertiti sulla via di Italcementi”.
Un paesaggio di rara bellezza, dunque, la cui conservazione e tutela è rimossa dagli amministratori veneti, disposti ad abdicare alla sua valorizzazione in nome della produttività e della conservazione del lavoro. Accanto a loro le organizzazioni sindacali di categoria, in prima fila la CGIL della segretaria generale Camusso che in una sortita veloce in cementeria qualche mese fa ha optato per la salvaguardia del problema occupazionale, sposando così la tesi dell’azienda secondo cui il nuovo forno verticale sarebbe «altamente efficace, competitivo e all´avanguardia sul fronte della tutela ambientale».
Così, mentre l’Unione Europea multa i comuni italiani per la mancanza di azioni efficaci a contenere o diminuire l’inquinamento da Pm 10, i tre impianti sputano nell´aria in un arco di otto chilometri in un anno ben 1.700.000 tonnellate di anidride carbonica, 170 tonnellate di polveri sottili, con leucemie e tumori in aumento, in una percentuale superiori del 30 per cento alla media nazionale. Nel registro E-PRTR (registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti) che si basa sulle dichiarazioni fatte dalle aziende, Italcementi dichiara di aver emesso nel 2008 tonnellate e tonnellate di sostanze pericolose per la salute umana: Benzene 4,14 t, Biossido di Carbonio 834.000 t, Mercurio e composti (espressi come Hg) 22,9 Kg, Ammoniaca NH3 14,4 t, Ossidi di Azoto (NOx - NO2) 1880 t, Bifenil policlorurati (PCB) 889 g, Ossidi di azoto (SOx - SO2) 527 t. Poca cosa, dunque, per amministratori e sindacato.
Paradossale, inoltre, che mentre la produzione annua pro capite di cemento del Veneto diminuisce sempre più passando dai 1200 kg del 2004 ai 700 del 2010, Italcementi progetti un revamping da 160 milioni di euro mettendo così in mora un intero territorio che nell’arco di appena 8 km dovrà sopportare un mega forno che brucerà 110.000 t/a di Pet-coke, la cui pericolosità è ormai riconosciuta, ed altri rifiuti speciali utilizzati come sostitutivo alle materie prime: si prevedono 267.000 t all’anno di gessi chimici, ceneri pesanti provenienti da combustione di rifiuti solidi urbani e CDR, fanghi e polvere di segagione marmi, sabbie esauste di fonderia, scorie di acciaieria, etc. Senza contare la ricaduta nei prodotti agroalimentari della zona, sollevata di recente dall’eurodeputato Andrea Zanoni al parlamento europeo.
Infine un dato economico-finanziario: la multinazionale del cemento, che vanta 59 cementerie e 350 centrali di calcestruzzo in tutto il mondo, nel 2011 ha avuto un utile netto di 91,2 milioni di euro contro i 197, registrati appena un anno prima. L’utile per azione è crollato, nello stesso periodo, da 0,183 euro a 0,007 euro. In questo investimento l’azienda dovrà, per ottenere dei profitti, ammortizzare almeno 20 milioni di euro l’anno. Coi tempi di grave crisi del mercato del cemento è difficile pensarlo, anche per i più sprovveduti o ottimisti dei previsori. Ed Italcementi si può accusare di tutto fuorché di essere sprovveduta nelle sue analisi economiche. Fondato, quindi, per questo, il timore degli ambientalisti che temono l’utilizzo, al fine di garantire un profitto dall’investimento, del combustibile da rifiuto nel processo produttivo.
Tre infine le considerazioni più importanti: una riguarda la classe politica ed amministrativa locale irresponsabile e, soprattutto, inadeguata politicamente e culturalmente ad accogliere la sfida posta dalla crisi del settore che anche in loco registra una diminuzione della produzione del cemento pari al 40%. Nessun coraggio o cambio di paradigma circa la programmazione condivisa col territorio verso una conversione ecologica di queste produzioni. La seconda considerazione riguarda il ceto imprenditoriale, incapace di mettere la propria esperienza al servizio di nuovi progetti, investendo in produzioni sostenibili ed innovative. La terza riguarda il sindacato schierato in prima fila in difesa del revamping e convinto oppositore degli ambientalisti. In questo caso l’arretratezza culturale dei suoi dirigenti va di pari passo alla difesa corporativa di un ceto operaio il cui posto di lavoro è minacciato da crisi e delocalizzazione dell’assetto produttivo. Certo è facile parlare di ambiente ma è difficile farlo capire ad operai che rischiano di perdere il lavoro. Ma questo è l’unico percorso ipotizzabile. Ecco perché i Comitati parlano di alternative economiche possibili che non danneggino l’ambiente, alternative all’attuale devastazione del paesaggio e della salute.
Il Veneto non è solo una summa inquietante di paesaggi feriti da cementificazione e capannoni, sconta anche una classe dirigente inadeguata ed incapace di pensare il bene comune.

(17 marzo 2012)