mercoledì 11 agosto 2010

CON NICHI VENDOLA E TANTI ALTRI PER COSTRUIRE "COOPERAZIONE POLITICA"

In queste ore, il vecchio della vecchia politica politicante italiana torna protagonista, seppur in un contesto sociale drammaticamente mutato. Lo schema bipolare si è rivelato inadeguato ad affrontare gli effetti della crisi. La lenta agonia del berlusconismo sembra subire un'improvvisa accelerazione, tra scandali e congiure di Palazzo. Ma fatica ad affermarsi una prospettiva di cambiamento reale.

Quel che resta del centrosinistra è ridotto a tifare per Fini. E gran parte della stessa opposizione parlamentare è pronta a sostenere qualsiasi ipotesi di “governo tecnico”, “di transizione” o “istituzionale”, magari presieduto da Tremonti.

Ma, come accade in ogni fase di Basso Impero, questo stesso Parlamento trova il tempo e la forza per approvare una manovra economica di una pesantezza senza precedenti, tutta a carico dei redditi medio-bassi e delle finanze locali, e di votare in prima lettura una riforma dell'Università che nascondendosi dietro il mantra del “merito” nega a tutti, anche ai più “meritevoli”, l'accesso a quel bene comune per eccellenza che si chiama sapere.

Tremonti, da parte sua, ha le idee molto più chiare del centrosinistra. Sa chi sono amici e nemici. E da quali deve guardarsi. Così, nel quadro di un'offensiva a tutto campo contro le autonomie locali, alla faccia della retorica “federalista”, sferra un attacco senza precedenti al coraggioso piano per la sanità pubblica della Regione Puglia e, direttamente, al suo Presidente.

Noi, amministratori locali di un Veneto, dove nessuno si è scandalizzato per il “buco” lasciato nei conti della sanità regionale dalla politica del “project financing” di Galan e di Zaia, siamo – senza tentennamenti – dalla parte di Nichi Vendola. Nella sua battaglia a difesa dell'esperienza pugliese, ma anche e soprattutto insieme a tante e tanti altri in quella, altrettanto dura, per “sparigliare” un centrosinistra le cui oligarchie aspirano al massimo ad un Tremonti presidente del Consiglio.

E' con Vendola, e tante e tanti altri, che si tratta ora, per usare la fortunata espressione di Dany Cohn Bendit, di costruire “cooperazione politica”. Di farlo, rinnovando le stesse culture politiche della sinistra, a partire dalla consapevole assunzione della crisi ecologica come matrice, e non semplice sfondo, della presente crisi finanziaria, economica e sociale. Di farlo, cercando di rispondere all'inevasa domanda di un “nuovo Welfare” che, criticando l'esausto impianto lavorista, sessista e assistenzialista di quello novecentesco, sappia riempire di contenuti una nuova stagione di lotte per i diritti.

Di farlo, partendo dai nostri “laboratori territoriali” dove pratiche sociali innovative, di conflitto e di produzione, si scontrano, si confrontano e s'intrecciano con esperienze “anomale” di governo. Laboratori territoriali che, da questo intreccio virtuoso possono essere “liberati” e possono così sperimentare relazioni federative con esperienze analoghe. Laboratori territoriali dove, non a caso, germogliano anche al centro dello schieramento politico originali tentativi di “spariglio”, come il manifesto Verso Nord di Bertolissi, Cacciari e Variati.

Di farlo, forzando una nuova apertura d'orizzonte sulla dimensione europea che non può essere ridotta, pena la catastrofe, all'asfittica gestione di spazi politici nazionali, teleguidati da poteri finanziari sovraordinati.

E' proprio nel momento in cui più avanzato appare il degrado dei costumi civili e politici, più profonda la corruzione, più forte il rischio di ulteriori involuzioni, che si tratta di “novare i principi”, tornare cioè a definire collettivamente i fondamentali di un'azione politica orientata al cambiamento. E a questa impresa, rischiosa e dall'esito incerto come ogni impresa degna di questo nome, c'è la vitale necessità di far cooperare biografie, esperienze, punti di vista forti e differenti tra loro, che devono, senza rinunciare alla propria autonomia, assumersi insieme l'immane responsabilità di nutrire la speranza di tante e di tanti.

Beatrice Andreose (assessora comunale di Este), Gianfranco Bettin (assessore comunale di Venezia), Beppe Caccia (consigliere comunale di Venezia), Aurora d'Agostino (già consigliera comunale di Padova), Flavio Dal Corso (presidente Municipalità di Marghera), Olol Jackson (già consigliere circoscrizionale di Vicenza), Francesco Miazzi (consigliere comunale di Monselice), Guido Romanin (consigliere comunale di Rovigo), Camilla Seibezzi (consigliera comunale di Venezia), Luana Zanella (già assessora comunale di Venezia).