domenica 30 ottobre 2011

Cena palestinese ad Este per sostenere il diritto al cibo, al gioco e alla salute dei bambini palestinesi




SOSTENIAMO LA PALESTINA




                     Venerdi 11 novembre  serata di degustazione, musica, incontri e scambi culturali

Questo il menu basato su piatti tipici palestinesi

Zuppa di lenticchie rosse con crostini e SUMMACO
Crema di ceci con tahina
Insalata di cetrioli con yogurt olive e menta
Salsa piccante con noci
Focaccia con Za'tar
Involtini con verdure miste
Involtini con spinaci
Per finire un dolce tipico "HILBEH": fieno greco al miele.

Contributo € 12.00- bambini € 7,00

DALLE 19 PRESSO LA SALA DELL' EX BIBLIOTECA, IN VIALE FIUME 55 ESTE

Tutto il ricavato sarà devoluto ai bambini palestinesi

 Tenetevi liberi e prenotate entro il 7 novembre

lucia, tel. 0429 2608. 3208621083
oppure via mail giocoevia@libero.it

venerdì 28 ottobre 2011

29 Ottobre: giornata di Mobilitazione Nazionale contro il Carbone

                Artisti e big per dire no ai combustibili fossili



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  La giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone si svolgerà oggi ad Adria  con un corteo che coinvolgerà il centro cittadino e un concerto conclusivo che vanterà la partecipazione di personalità di spicco del panorama ambientalista nazionale e regionale e artistico locale.
Una manifestazione pacifica e colorata, animata da centinaia di famiglie polesane e venete e da una grande quantità di sigle aderenti: “l’enorme successo riscontrato dall’appello alla mobilitazione lanciato solo un paio di mesi fa, ci fa ben sperare per la partecipazione all’evento – spiegano gli organizzatori. Da quando è partita questa avventura – continuano - i compagni di viaggio si sono moltiplicati ed ora il Coordinamento Contro il Carbone è decisamente numeroso e variegato. Basti pensare che la manifestazione di Adria può vantare circa 90 sigle aderenti e un gran numero di adesioni individuali”.

Colpisce, in particolare, l’ adesione ufficiale della Regione Emilia Romagna, che presenzierà all’evento con una delegazione di consiglieri, schierandosi apertamente contro la conversione a carbone della centrale di Polesine Camerini, valutandone l’impatto negativo sul proprio territorio.

Da segnalare anche l’adesione di Medici per l’Ambiente, che offrirà il proprio contributo al dibattito con un collegamento in diretta dal presidio di Saline Joniche. La Giornata di Mobilitazione Nazionale Contro il Carbone, infatti, oltre alla manifestazione nazionale di Adria, prevede presidi di solidarietà e denuncia nelle varie città sedi delle inquinanti centrali elettriche a carbone (Civitavecchia, Brindisi, Vado Ligure, Gualdo Cattaneo, Saline Ioniche, La Spezia). In ogni città i comitati denunceranno, anche realizzando dei collegamenti con la manifestazione nazionale, l’impatto sul proprio territorio di centrali a carbone: le fumate che oscurano i cieli, l’aumento della patologie respiratorie, tumorali e cardiovascolari, i danni alle economie agricole, ittiche e turistiche, la violazione di decine di norme negli iter autorizzativi, la mancanza totale di controlli.
La Manifestazione Nazionale di Adria prenderà avvio alle 14.00, con il raduno dei partecipanti nel piazzale adiacente la stazione FS e la stazione degli autobus. Alle 15.00 il corteo sfilerà lungo le vie principali della città etrusca fino a raggiungere la piazza antistante il Palazzo di Giustizia. Qui verrà allestito un palco da cui prenderanno la parola rappresentanti nazionali, regionali e nazionali del coordinamento contro il carbone oltre a personalità di spicco quali i Consiglieri Regionali Giuseppe Bertolussi e Pietrangelo Pettenò, l’Europarlamentare Andrea Zanoni, gli Assessori della Regione Emilia Romagna, l’Onorevole Grazia Francescato e, in collegamento streaming dal presidio di Saline Joniche, Beppe Grillo.
Oltre a ciò saranno predisposti collegamenti in diretta dai presidi di Vado Ligure, Civitavecchia (centrale gemella alla nostra), Brindisi, La Spezia e Saline Joniche, ove saranno presenti rappresentanti svizzeri della Rete No Coke.
Ad allietare la giornata contribuiranno il noto comico e sassofonista Andrea Poltronieri e i famosi gruppi musicali veneti Ultima Fase, Hate the Nation e Marmaja.
Particolare attenzione verrà posta dagli organizzatori al tranquillo svolgimento della manifestazione: “l’eterogeneità del comitato promotore e delle sigle aderenti, con gruppi provenienti dalle più diverse estrazioni politiche e sociali, è, di per sé, una garanzia – affermano gli organizzatori. Il nostro “gruppo sicurezza”, formato da oltre quaranta volontari, sta lavorando in stretta collaborazione con le forze dell’ordine che garantiscono il sereno svolgimento dell’evento”.

Elenco promotori:

ADL, A Sud, Aser, Alternativa, AltraMente scuola per tutti, AltroVe, Arci, Cepes, Circolo culturale AmbienteScienze, Cobas Scuola, Comitato No nucleare Legnago e Basso Veronese, Comitato No Coke Basso Ferrarese, Comitato contro il rigassificatore OffShore di Livorno,
Coordinamento Ass.ni ambientaliste colli euganei, Energia Felice, Comitato SI' alle Rinnovabili, NO al nucleare, Coordinamento Veneto contro il carbone, Ecologisti Democratici,
Fare Verde, Federazione Nazionale Pro Natura, Federconsumatori, Forum Ambientalista, Greenpeace, ISDE - Medici per l'Ambiente, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lega Pesca, Lipu, Movimento difesa del cittadino, Movimento Ecologista, OtherEarth, Rete della Conoscenza (Uds-Link), Rete Comitati Salute Ambiente della Bassa Padovana, Rete comitati Polesine, RIGAS, Slow Food Italia, SOS Rinnovabili, USB, VAS, WWF, Tavola delle Donne sulla violenza e sicurezza Bologna, Ya Basta.

Elenco Adesioni:

Alternativa, AltraMente Scuola per Tutti, AltroVe-Rete dei comitati per un altro Veneto, Arci, Arci Ridada, Assemblea Legislativa Regione Emilia Romagna, Assemblea Permanente contro il rischio chimico, Associazione Difesa Lavoratori, Associazione culturale “Il Fiume”, Associazione Studenti Universitari, ASud, Auser, Beati Costruttori di Pace, Bocciodromo, C.A.T. Coordinamento dei Comitati/Associazioni per la difesa della Riviera del Brenta e del Miranese, Casa delle Culture, Centro Documentazione Polesano, Cepes, Circolo Acli Carbonara, Circolo Culturale, AmbienteScienze, Circolo Legambiente “Delta del Po”, CNNC (Coordinamento Nazionale No Coke), Cobas scuola, Comitati Riuniti per il Riciclo Totale di Treviso e Venezia – Rifiuti Zero, Comitato “Ambiente e Sviluppo”, Comitato “Offshore No Grazie” Livorno-Pisa, Comitato Energia Felice, Comitato No-coke Basso Ferrarese, Comitato Antinucleare di Legnago e Basso Veronese, Comitato “No Nuke” di Chioggia, Comitato SI' alle Rinnovabili NO al nucleare, Coordinamento, Associazioni Ambientaliste Parco dei Colli Euganei (Italia Nostra Padova e Este – Wwf Padova, Este, terme Euganee – Legambiente Padova e Este – La Vesta Battaglia Terme – Comitato difesa Colli Euganei – Lipu Padova – Comitato Lasciateci Respirare Monselice - Comitato la Colombara Bastia - Gruppo Speleologico C.A.I. Padova – Associazione S. Lucia del Rusta Cinto E. -Amici della Bicicletta Padova), Coordinamento Veneto contro il carbone, Coordinamento Veneto movimenti per l'acqua bene comune, Coordinamento Veneto Rifiuti Zero, CSO Arcadia, CSO Bruno, CSO Pedro, CSO Rivolta, Ecologisti Democratici, Fare Verde, Federazione della Sinistra, Federazione nazionale dei Verdi, Federazione regionale di Verdi, Federazione Nazionale Pro Natura, Federconsumatori, FIOM, Focsiv - Volontari nel mondo, Forum Ambientalista, Forum Polesano dei Movimenti per l’Acqua, Greenpeace, Gruppo civico Impegno Comune, Gruppo Libertario Remo Tartari, IdV, ISDE-Medici per l'Ambiente, Italia Nostra, Kyoto Club, Laboratorio Morion, Lega Pesca, Legambiente, Libera, LIPU, Lista civia “Uniti per cambiare”, Movimento 5 Stelle, Movimento Difesa del Cittadino, Movimento Ecologista, No Dal Molin, OtherEarth, Rigas (rete italiana per la giustizia ambientale e sociale), PDNuovoPercorso, Radicali Italiani, Rete Comitati ‘Salute Ambiente’ della Bassa Padovana, Rete Comitati del Polesine, Rete della Conoscenza (Uds-Link), P.R.C. – FdS, S.A.L.E. Docks, Sinistra Ecologia Libertà, Slow Food, SOS Rinnovabili, Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza nella città di Bologna “Un’altra Provincia”, Ya Basta, Unione Sindacale Italiana, Verdi Ambiente e Società onlus, WWF, Unione Sindacati di Base.

Diritto all'insolvenza - Togliere potere alle banche e uscire ...dalla crisi





 Debiti illegittimi e diritto all'insolvenza

François Chesnais


«L’annullamento del debito pubblico è una misura di realismo politico. Non ci sarà alcuna “uscita dalla crisi” senza azzeramento del debito e senza aumenti salariali».
  A dirlo è François Chesnais, economista francese e professore associato dell’università di Paris XIII. Contrariamente a ciò che raccomandano economisti, esperti e organizzazioni internazionali, il «default» non è affatto il peggiore dei mali. Anzi. Perché la crisi economica che stiamo attraversando, prima di essere la crisi del debito pubblico, è la crisi del sistema bancario. È la crisi di un modello economico basato sulla finanza, che ha concentrato la ricchezza nelle mani delle banche a svantaggio del lavoro salariato.
  «Diritto all’insolvenza» significa, allora, impedire che in nome della solvibilità del debito pubblico si impongano riforme in senso liberista e ulteriori tagli alle politiche sociali. Significa limitazione dello strapotere della finanza e ripristino di un controllo sociale sull’attività bancaria. Significa ripensare la crisi della zona euro a partire dall’urgenza di nuovi modelli di produzione e di investimento. Il diritto all’insolvenza parte da una domanda semplice: perché dobbiamo pagare per debiti fatti da altri? Ed è ciò che si chiederanno presto anche in Italia i militanti dei movimenti sociali, gli «indignati», i precari, i pensionati, i lavoratori dipendenti, quando cadrà su di loro l’onere del debito. Questo libro è la risposta che stanno cercando.
 François Chesnais è economista, militante e riconosciuto esperto di globalizzazione. È professore associato all’università di Paris XIII. Tra le sue pubblicazioni, in lingua francese: Tobin et cie. Des taxes internationales sur le capital (Tribord, 2006) e La finance mondialisée (La Découverte, 2004).

In libreria ad inizio novembre 2011
pp 168
euro 9,00
François Chesnais Debiti illegittimi e Diritto all'insolvenza -
 Quando le banche sacheggiano le politiche pubbliche Il servizio del debito pubblico, oggi garantito con tassi di interesse sempre più alti, si fonda su un’imposizione che grava principalmente sui redditi da lavoro. Esso rende possibile un trasferimento gigantesco delle ricchezze verso banche e fondi finanziari di investimento, a spes...e dei lavoratori. Ma l’indebitamento dei governi è anche un’arma per accelerare la messa in pratica di misure di privatizzazione e precarizzazione tipiche del capitalismo liberalizzato, finanziarizzato e globalizzato. Un documento dell’Fmi del novembre 2010 lo dice chiaramente: «le pressioni dei mercati potrebbero riuscire lì dove altri approcci hanno fallito». I terribili colpi inferti a lavoratori e a giovani in Grecia e in Portogallo confermano che questo avvertimento va preso sul serio. La lettera rivolta al governo italiano il 5 agosto 2011 dal presidente uscente della Bce Jean-Claude Trichet e dal suo successore Mario Draghi, ex vicepresidente di Goldman Sachs, traduce perfettamente il desiderio di dominio della finanza sugli Stati e i loro cittadini. La «crisi del debito» degli Stati nasconde in modo sempre meno efficace una profonda crisi delle banche. Non avendo tassato patrimoni e capitali e non avendo contrastato l’evasione verso i paradisi fiscali, i governi si ritrovano oggi pesantemente indebitati nei confronti dei fondi di investimento stranieri, ma soprattutto nei confronti delle banche europee. Queste ultime hanno bilanci fragili. Hanno concesso troppo credito rispetto ai depositi e ai fondi propri. Nell’autunno del 2008 sono state salvate. Oggi tornano a chiederlo una seconda volta. Le politiche di rigore di bilancio e di riduzione dei salari richieste da Unione europea, Bce e Fmi fanno affondare l’Europa nella recessione. Sono due i problemi che vanno posti contestualmente: annullamento del debito pubblico e socializzazione delle banche, così da ripristinare un controllo sulla creazione del credito da ripensare in funzione delle priorità sociali e ambientali. C’è chi sostiene la necessità di un diverso scaglionamento dei debiti. In questo libro, è la denuncia dei «debiti illegittimi» a essere condizione di qualunque sostanziale cambiamento economico e sociale. Nessun cambiamento della ripartizione della ricchezza a favore del lavoro può avvenire senza intaccare il servizio del debito, dunque il debito stesso. La tassazione dei profitti e dei redditi più elevati non sarà sufficiente, finché questa variabile fondamentale del potere del capitale non verrà soppressa.
di: DeriveApprodi Editore..

mercoledì 26 ottobre 2011

Martin Teodoro Cherres Colmenares ad Este


Nell'ambito delle iniziative previste e finanziate dalla Legge Regionale sul Commercio Equo Solidale, le botteghe del mondo"LA BILANCIA " di Este e "IL COLIBRI'" di Monselice, in collaborazione con Legambiente, sabato 29 ottobre alle 17 nella sala dell'ex Biblioteca comunale in Viale Fiume.
                                                             organizzano un

            INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEI PRODUTTORI DI BANANE BIOLOGICHE

                                        Martin Teodoro Cherres Colmenares

   L'iniziativa oltre che essere un'occasione per capire il senso del C.E.S è importante anche per conoscere la differenza tra la produzione di banane convenzionali e quelle biologiche.
 


lunedì 24 ottobre 2011

Fra...mmenti d'Italia: secondo appuntamento

Siete tutti invitati alla proiezione mercoledi alle 21 , nella sede del centro di cultura " La Medusa", della pellicola "Buongiorno notte" del regista Marco Bellocchio.Un incontro tra amici per riflettere e chiaccherare assieme  



venerdì 21 ottobre 2011

Giovanna.Papessa

                              CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE VIA ROSSE
                                                               presenta
                                               domenica, 23 ottobre ore 17.00



      GIOVANNA.PAPESSA.
        di e con Sabine Uitz
                                                          

sabine uitzLo spettacolo si ispira alla leggenda della Papessa Giovanna che viene ampiamente diffusa a partire dal XIII secolo ed esiste ancora oggi. Attorno all'anno 855 una donna, riuscendo a nascondere il suo vero sesso, viene eletta Papa, ma il suo pontificato si interrompe improvvisamente quando, durante una processione, è colta dalla doglie nel dar luce una figlia; si scopre così la sua vera identità…
"Che cosa può fare un Papa incinta? Niente perché non può esistere."

GIOVANNA.PAPESSA. è stato presentato in numerosi festival e rassegne in Italia, Germania, Brasile, Argentina e Repubblica Serbia. Nel 2011 ha vinto il premio “Miglior spettacolo” nel festival di Secanj (Repubblica Serba) e “Miglior Attrice” nel festival DADRAS (Subotica/Repubblica Serba).


“Ne è uscito un racconto intenso, costruito per quadri all’interno dei quali Sabine Uitz si è mossa con energia, determinazione e indubbie capacità espressive che hanno creato emozione fra i presenti coinvolti come mai dall’attrice e dalla storia.” P. Aguzzoni – IL GAZZETTINO
"Lo spettacolo si ammanta di ironia; ...offre quel divertimento che rende piacevole l'ascolto e induce più volentieri a riflettere sulla forza di una donna che riesce a farsi beffe dell'ultimo baluardo, la chiesa appunto, all'esclusiva maschile." M. Monta – BRESCIA SET

“Nel raccontare l’insolita vicenda che nel corso del tempo ha in pratica alimentato una quasi letteratura, Sabine Uitz si è divertita ad usare l’arma dell’ironia. Che poi in sede interpretativa le ha permesso d’indovinare una seria d’inflessioni curiose, stravaganti, in grado di fare presa nell' animo del pubblico.” G.A. Cibotto – IL GAZZETTINO


Per prenotare: telefonando o mandando una SMS al numero 3772250278
contributo: 10 euro/7 euro (studenti).

L’inidirizzo del Centro è : Via Rosse 1511, 35040 Vighizzolo d'Este (PD)
Si arriva dalla provinciale Monselice-Este-Montagnana, all’altezza di Este (Ponte delle Torre) si trovano indicazioni per Carceri – Vighizzolo. Una volta arrivati a Vighizzolo, davanti alla chiesa si gira per via Rosse, dopo 2 km, si arriva al numero 1511.
Centro di Produzione Teatrale VIA ROSSE
Via Rosse 1511
Vighizzolo d'Este (PD)
Italia
Tel. 0039 3772250278
http://www.viarosse.com/ FACEBOOK: Via Rosse
teatroviarosse@email.it viarosse@libero.it



giovedì 20 ottobre 2011

NO AL CARBONE


Il parlamentare europeo Andrea Zanoni interroga la Commissione Europea sulla centrale di Porto Tolle




LA LISTA CIVICA ARCOBALENO -SEL INVITA TUTTI, ASSOCIAZIONI MA ANCHE SEMPLICI CITTADINI DI ESTE, AD ADERIRE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE, INDETTA PER SABATO 29 OTTOBRE AD ADRIA, CONTRO LA RICONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE 

martedì 18 ottobre 2011

Legambiente: Venezia al primo posto tra le grandi città italiane


Complimenti all'assessore all'ambiente, amico e compagno, di Venezia Gianfranco Bettin che dimostra come esista un diverso modo di governo delle città

 Rapporto 2011 “ECOSISTEMA URBANO” di Legambiente – Il Sole 24 Ore


Foto: Canal Grande a VeneziaFoto: La stazione ferroviaria di VeneziaFoto: Chiesa di San GeremiaFoto: Mercato a Cannaregio a Venezia
  Le ragioni del primato: verde urbano, contrasto allo smog, rifiuti, piste ciclabili e trasporto pubblico


  L’edizione 2011 – la diciottesima – di “Ecosistema urbano – La qualità ambientale nei 104 capoluoghi di provincia italiani”, l’annuale ricerca sulla vivibilità delle città italiane realizzata da Legambiente con l’Istituto di Ricerche Ambientali e la collaborazione del Il Sole 24 Ore, vede quest’anno Venezia salire al primo posto tra le grandi città (quelle con oltre 200 mila abitanti).
"E’ un risultato che, naturalmente, ci rallegra ma che soprattutto ci motiva a rafforzare ancor più il nostro impegno: sono ancora molti i problemi aperti, specialmente in un’area urbana come la nostra che ha subito gli esiti pesantissimi di una sregolata crescita urbana, l’impatto di uno sviluppo industriale che poco conto ha tenuto della salute umana e dell’ambiente e quello di una modernità che, soprattutto nella città storica e in laguna, ha spesso stravolto antichi, preziosi equilibri. Un’area dall’enorme estensione (412 kmq, quindicesimo comune italiano, su oltre 8 mila, per estensione), anche morfologicamente complessa, quindi più difficile da gestire. Ma questo risultato, oggi, ci da forza e rende credibile lavorare per raggiungere traguardi di sostenibilità ancora migliori.-dichiara Bettin- Il primo posto di oggi è l’esito di un lavoro di squadra, che viene da un ciclo lungo di governo locale virtuoso, anche se ovviamente non senza contraddizioni ed errori, che nel tempo ha prodotto questa svolta significativa. Resta molto da fare. Alcune ulteriori scelte sono già state compiute, anche se non hanno ancora potuto essere conteggiate nella edizione attuale di “Ecosistema urbana”, come il nuovo piano rifiuti (con più differenziata e riduzione a monte dei rifiuti prodotti) o il nuovo piano per le piste ciclabili. Ma le nostre “performance” in questi stessi campi oltre che nel contrasto all’inquinamento atmosferico e lo sviluppo costante del patrimonio verde disponibile e del trasporto pubblico rendono oggi possibile il nostro primato. Sarà uno stimolo a fare ancora di più, ad affrontare sempre meglio i problemi che restano".


Foto: Chiesa di Santa FoscaFoto: Canale di CannaregioFoto: Negozio di maschere a CannaregioFoto: Canale di Cannaregio a Venezia








domenica 16 ottobre 2011

Cronaca di un corteo con disordini




 I manifestanti cercano di allontanare gli anarchici
 uniti controla crisi uniti per l'alternativa


  Una manifestazione imponente, mai visti cosi tanti compagni, giovani, anziani, donne, bambini in corteo. Piazza Repubblica non riesce a contenerli. Ci sono tutti, da tutta Italia. Dai No Tav ai No Da Molin, dalla Fiom di Mestre ad Uniti contro la Crisi, dai Draghi ribelli ai ragazzi del Teatro Valle. Operai, precari, docenti, studenti, ricercatori, casalinghe. Arrivano dalle isole ma anche da Trieste e Novara.Ci avviamo verso lo spezzone dei veneti che scorrono dietro lo striscione "UNiti contro la crisi". I manifestanti sono cosi tanti, ogni fila è composta da almeno quaranta persone, che fatico a trovarli. Camminiamo lungo il corteo per almeno mezz'ora prima di arrivare a loro e il corteo deve ancora partire. Siamo affascinati, euforici. Gli slogan sono molti. Contro Berlusconi e contro le banche. Gli striscioni sono variopinti e diversi. Le bandiere rosse sventolano al cielo cosi come quelle dell'arcobaleno.
   Quando arrivo vicino ai compagni ne riconosco uno e scorgo in lontananza un fumo nero insistente e minaccioso. Mi spiegano che ci sono 400 anarchici che stanno mettendo a ferro e fuoco Roma. Lo spirito della cronista prevale sulla paura, voglio vedere. Mi stacco dal nostro spezzone e vado a vedere più avanti. Anarchici e blac block, saranno quattrocento, sono dentro il corteo.Tutti col casco corrono compatti. Il più anziano avrà 18 anni. Ad un certo punto in una ventina escono e girano verso la via dove mi trovo io. Tutti i presenti iniziano a scappare, il fuggi fuggi è generale. Loro si mettono il passamontagna e iniziano a sfasciare le vetrine di una banca. A quel punto scappo anche io e ne incrocio cinque che corrono vicino a me. Quando si levano maschere e fazzoletti urlo loro di allontanarsi dalla manifestazione. Sono incazzata. Non mi rispondono e se ne vanno di fretta svoltando verso piazza san Giovanni dove dovrebbe esserci la fine della manifestazione. Capisco che devo allontanarmi. Il rischio è di prendersele. Per la strada trovo ragazzi che spostano cassonetti in mezzo alla strada e sfasciano tutto ciò che trovano. Dovevo trovarmi con un compgano del Manifesto che è ancora all'inizio del corteo. Non ci riusciremo perchè ad un certo punto le sirene della polizia e delle autombulanze sono l'unico sfondo, assieme ai lacrimogeni ed al fumo degli incendi, del corteo. In molti sono costretti ad allontanarsi. I compagni veneti mi inviano sms e mi dicono che hanno fatto un servizio d'ordine per impedire agli anarchici di infiltrarsi dentro le fila del loro spezzone. Alcuni di loro hanno anche tentato di fermarli.Niente da fare. Sono troppi ed agiscono a piccoli gruppi.
La rabbia dei manifestanti è tanta.Si possono solo difendere. Dai cretini/ provocatori che credono di assaltare il cielo bruciando le auto di qualche poveraccio che le sta ancora pagando col mutuo e dalla polizia che assalta il corteo senza alcuna differenza tra passanti, indignati e anarchici. Le notizie che si rincorrono poi sono quelle provenienti dal Pronto Soccorso del San Camillo dove la polizia fa irruzione nella sala visite con minaccia di denunciare anche i medici della prima linea e i dirigenti dell’ospedale se non consentiranno loro di prendere le generalità dei feriti. Protesta dei medici. Tra i manifestanti arrivati in ambulanza al San Camillo uno, col naso fratturato - probabilmente da una manganellata - rischia di perdere un occhio. Minacciata anche la direttrice sanitaria Daniela Orazi.
  Alla fine siamo tutti salvi. L'appuntamento è per le 19 all'autobus che raggiungiamo in metropolitana. Quando ci troviamo facciamo una analisi politica della situazione. Perchè non fermarli prima? Per un semplice motivo.Perchè si tratta di frange incontrollabili che non si rapportano con nessuno.
  Nonostante loro comunque la manifestazione ha segnato un punto di non ritorno.Il superamento della crisi a colpi di riconversione ecologica dell'economia per una salario sociale minimo garantito a tutti. Queste ieri come oggi le nostre parole d'ordine. A Roma eravamo centinaia di migliaia per ribadirlo. 

Beatrice Andreose




mercoledì 12 ottobre 2011

LA REGIONE EMILIA ROMAGNA APPROVA UNA MOZIONE CONTRO IL CARBONE A PORTO TOLLE

ANCHE IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 29 OTTOBRE CONTRO LA CONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE DI PORTO TOLLE E APPROVA LA MOZIONE PROPOSTA DA SEL-VERDI-PD-M 5S


UN MOTIVO IN PIU' PER MOBILITARCI IN VENETO
centrale porto tolle

La riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle è una mera follia non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello energetico ed economico.
A livello mondiale il ruolo del carbone è in progressivo declino, specie nei Paesi già industrializzati.
Negli USA, uno dei maggiori utilizzatori di tale fonte energetica, lo scorso anno non è stata costruita (o iniziata a costruire) nessuna nuova centrale a carbone mentre ne sono state dismesse ben 48.
Stando ad alcune proiezioni realizzate da società di analisi dei mercati, entro il 2015 negli Stati Uniti potrebbero essere fermate centrali a carbone per una potenza complessiva compresa tra i 30 e i 70 GW.
Perché l'Italia, in presenza di un surplus di gas a livello mondiale scelga il carbone sarebbe un mistero, se non fosse spiegabile con dinamiche tra l'Enel e altre compagnie.
Perché il Governo italiano lo consenta, a fronte di una gestione delle emissioni di CO2 inesistente, in un Paese che ha affrontato gli impegni di Kyoto senza uno straccio di piano credibile, non è invece comprensibile e accettabile. Ancor più difficile da comprendere la Regione Veneto che, mentre rimane sorda alla preoccupazione non solo degli ambientalisti, ma di molti settori sociali per la nuova centrale a carbone, che rappresenta una minaccia per la salute e per le attività economiche quali l'agricoltura - il carbone è la maggiore fonte di inquinamento da mercurio, per fare un esempio - indice una moratoria per gli impianti fotovoltaici a terra, opponendosi allo sviluppo delle rinnovabili. Questo non già in base a precisi criteri per minimizzarne l'impatto, come prevedono le Linee Guida apposite, ma in attesa di un futuribile piano energetico in cui, invece, la centrale di Porto Tolle rientrerà già a pieno titolo.

Insomma, il Veneto guarda al passato mentre il mondo va verso le rinnovabili e l'efficienza energetica.







martedì 11 ottobre 2011

Legge bavaglio, giornalisti in piazza il 12 ottobre

Mobilitazione a Roma contro il provvedimento sulle intercettazioni


Protesta fotoreporter
protesta di un fotoreporter

VENEZIA, 10 OTTOBRE 2011 – I giornalisti scendono nuovamente in piazza contro la cosiddetta "legge bavaglio". L'appuntamento è per mercoledì 12 ottobre, alle 17, al Pantheon a Roma, in concomitanza con il voto parlamentare sul Ddl intercettazioni previsto per la stessa giornata."E' una vergogna che, a fronte di una gravissima situazione di crisi che mette a rischio il Paese, si discuta di intercettazioni invece che delle misure economiche necessarie ad evitare l'aggravamento della situazione – dichiara il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori – E' una vergogna che si voglia mettere il bavaglio all'informazione con la scusa di tutelare la privacy dei cittadini, quando in realtà si cerca unicamente di evitare la pubblicazione di notizie scomode riguardanti il presidente del Consiglio e o qualche altro personaggio eccellente. Notizie di rilevante interesse pubblico, che con la privacy hanno nulla a che vedere, e che i cittadini devono sapere".
La norma in discussione alla Camera, sulla quale probabilmente verrà posta la fiducia, ha provocato la scorsa settimana le dimissioni della deputata Giulia Bongiorno (Fli), precedente relatrice del provvedimento, per protesta a seguito dell'introduzione non concordata di pene detentive (da sei mesi a tre anni) per i giornalisti in caso di pubblicazione di intercettazioni ritenute irrilevanti ai fini dell'inchiesta penale. "Non si saprà più nulla" ha denunciato la Bongiorno, lamentando la violazione degli accordi da parte del Pdl, che ha introdotto modifiche non previste al testo del Ddl. Per poi aggiungere: "Questa è una legge che preclude la possibilità di dare notizie dilatando a dismisura i tempi di pubblicazione - ha spiegato subito dopo l'annuncio delle sue dimissioni - Ci sono voluti due anni per arrivare a un accordo condiviso e adesso, allo sc hioccare di dita del premier, quell'accordo è saltato. La legge così è inaccettabile (...) Il testo è peggiorato perché Berlusconi si presenta con la faccia del garantista, ma in realtà non lo è affatto".
E ancora più duro è stato il presidente della Camera, Gianfranco Fini: "È una legge buona solo per l'interesse di qualcuno", ha dichiarato. "Un giorno serve il processo breve e un giorno il processo lungo a seconda di quello che conviene". Al Cavaliere che grida al complotto delle toghe, Fini ha replicato che "solo quando non si hanno argomenti si grida al complotto, si danno le colpe ai magistrati e ai giornalisti".
A seguito della pioggia di polemiche e contestazioni, lo stesso nuovo relatore del Ddl sulle intercettazioni, Enrico Costa (Pdl), subentrato alla Bongiorno, ha annunciato l'intenzione di "proporre una modifica della norma sulla carcerazione dei giornalisti. Auspico - ha aggiunto Costa - che ci possa essere un testo che, a fronte delle regole, stabilisca sanzioni ma che siano adeguate e non eccessivamente punitive".
A difendere a spada tratta il carcere per i giornalisti è, invece, l'avvocato Maurizio Paniz (Pdl), il quale ha dichiarato che chi pubblica atti coperti dal segreto investigativo o istruttorio fa un doppio danno: "uno alla persona interessata della quale si mettono in piazza cose che non vanno messe in piazza, un altro all’indagine che molte volte è vanificata dalla pubblicazione di atti riservati". L'avvocato Paniz dimentica di spiegare, però, che le intercettazioni normalmente pubblicate dai giornali non sono segrete e dunque sono state legittimamente pubblicate. Nel caso del Presidente del Consiglio è difficilmente negabile, anche dai più fedeli
collaboratori del Cavaliere, che non si tratti di notizie di rilevante interesse pubblico.
Va ricordato, inoltre, che per gli atti d'indagine coperti da segreto, comprese le intercettazioni, la pubblicazione è già oggi vietata e punita per legge.
A difesa del diritto di cronaca anche Enzo Cheli, già vicepresidente della Corte Costituzionale e poi presidente dell'Autorità Garante delle Telecomunicazioni: "La misura della detenzione mi pare eccessiva rispetto al diritto all'informazione che ha una tutela costituzionale. Si rischia di creare una sorta di intimidazione nei confronti di chi esercita la professione dell'informazione (....) Se le intercettazioni pubblicate sono solo irrilevanti ma non coperte da segreto istruttorio, quel tipo di sanzione penale non appare solo sproporzionata, ma anche ingiustificata (...) Il problema – aggiunge - è capire quando finisce il segreto istruttorio. Si è parlato dell'udienza filtro, nel corso della quale vengono individuate le conversazioni irrilevanti per il processo. Ebbene, se questo momento processuale si verifica quando orma i il segreto istruttorio è caduto, a quel punto stabilire una sanzione penale per la diffusione di contenuti di cui già le parti sono a conoscenza mi sembra improprio".
Cheli ha concluso sostenendo che la rivendicazione di poter rendere note intercettazioni che raccontano aspetti privati discutibili di personalità pubbliche "consente il controllo sociale della vita pubblica. Si esce dal terreno del diritto penale e si entra in quello del diritto alla privacy. E indubbiamente, laddove queste intercettazioni riguardano soggetti che ricoprono incarichi pubblici, occorre riconoscere che c'è una limitazione del diritto alla riservatezza".
IL DDL
Il testo discusso la settimana scorsa in commissione Giustizia alla Camera prevede il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni "irrilevanti" e il divieto di pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro.
Le intercettazioni irrilevanti saranno sia quelle che dopo l'udienza-filtro vengono 'chiuse' nell'archivio di segretezza, sia quelle che il Pm non fa trascrivere quando manda al giudice una richiesta di misura cautelare.
Quanto agli articoli "ammazza blog", alla Commissione Giustizia della Camera è stato raggiunto un accordo per escludere i blog dall'obbligo di rettifica entro 48 ore; obbligo che resterà soltanto per le testate online. Quale sia lo scopo di tale norma è difficile capirlo, considerato che già ora tutte le testate giornalistiche – ma il legislatore evidentemente non lo sa – hanno l'obbligo di rettifica in base alla legge sulla stampa. La modifica dell'articolo che riguarda i blog non è però scontato: se il Governo dovesse chiedere la fiducia, infatti, potrebbe andare al voto il testo precedente che impone l'obbligo di rettifica anche ai blog amatoriali, con effetti facilmente immaginabili.

Altre notizie sul sito dell'Ordine: www.ordinegiornalisti.veneto.it

Legge bavaglio, protesta dei fotoreporter



lunedì 10 ottobre 2011

Tutti a Roma il 15 ottobre: giornata europea dell'indignazione


Chi vuole partecipare alla manifestazione può contattare la lista. Da Padova parte un autobus che arriva a Monselice sabato alle 6.30. Il prezzo è davvero basso onde consentire a tutti di poterci essere:appena 15 euro.
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Uniti contro la crisi in Europa, il 15 ottobre la giornata continentale dell'indignazione .
Da Padova e da Monselice partirà un autobus per recarsi tutti assieme a Roma



  La giornata internazionale di mobilitazione del prossimo 15 ottobre degli “indignados” segna la ripresa di una mobilitazione dei movimenti sociali globali contro il neoliberismo, per una diversa idea di Europa, per una fuoriuscita dalla crisi dalla parte dei deboli e di ha pagato in questi anni un modello di sviluppo iniquo e socialmente ed ecologicamente insostenibile. Si tratta di un’opportunità importante di costruire un fronte europeo nella costruzione di un’alternativa di fronte alle conseguenze della crisi e alle politiche neoliberiste che l’hanno accompagnata
  Riprende la parola l’ “Europa dal basso” fondata sulla democrazia, su un modello sociale fondato sulla coesione, l’eguaglianza, la sostenibilità ambientale. Si stanno rimettenedo in Europa forze, non solo movimenti, ma componenti importanti della cultura e della politica democratica europea ormai convinte del fatto che questo modello d’Europa è giunto al capolinea. Concretamente alcune cose che servirebbero sono la revisione del patto di stabilità, gli eurobond (non solo per risanare i bilanci), un’agenzia pubblica di rating, la tobin tax e -soprattutto- un rafforzamento della democrazia sostanziale in Europa.
  In questa fase così delicata si tratta di ricostruire la mobilitazione unitaria dei movimenti- di evitare gli errori del passato e di costruire un’agenda comune di proposte (dalla patrimoniale alle “piccole opere”, dalla

riduzione delle spese militari al reddito di cittadinanza) che possano contribuire a dare al 15 ottobre anche la caratteristica di un’alternativa politica e concreta al modello neoliberista e alle politiche seguite che sin qui hanno difeso solo i privilegiati, la finanza, i mercati.
















venerdì 7 ottobre 2011

Le associazioni ambientaliste della Bassa Padovana aderiscono alla manifestazione nazionale contro il carbone di Porto Tolle del prossimo 29 ottobre 2011

centrale porto tolle

In larga parte il nostro sviluppo negli ultimi decenni si è basato su uno squilibrato sfruttamento del territorio e dell'ambiente. Faticosamente, sotto la spinta decisiva del movimento ambientalista, sono stati conquistati alcuni importanti risultati nella direzione di una diversa sensibilità su questi temi: sull'uso di energie alternative, sui problemi dell'inquinamento, sulle politiche del territorio e delle aree protette...
Invece che rafforzare e valorizzare questi segnali positivi, col pretesto della crisi in atto (frutto anche di questo dissennato sviluppo) si sta tentando ora di demolire i risultati acquisiti, puntando a un pericoloso arretramento generale.
Emblematica la situazione dei parchi del Delta e dei Colli Euganei. Ora che la Giustizia Amministrativa (TAR e Consiglio di Stato), intervenendo sui casi della centrale termoelettrica di Porto Tolle e dell'Italcementi di Monselice, ha richiamato politici e amministratori ad applicare coerentemente quelle norme di tutela ambientale che gli stessi parchi si erano date, stiamo assistendo alle vergognose manovre per aggirare questi richiami. Con una inconsueta velocità la Regione ha modificato la legge istitutiva del Parco del Delta e per i Colli Euganei si sta manovrando per fare altrettanto col Piano Ambientale.
Per impedire questo ritorno al peggiore passato, un arretramento che non fa bene all'ambiente, ma neanche all'economia, facciamo sentire nel modo più forte possibile la nostra voce e la nostra protesta.
Per questo comunichiamo la nostra piena adesione alle iniziative ed alla manifestazione proposta per il 29 Ottobre, GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE.


COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE DEL PARCO DEI COLLI EUGANEI

ITALIA NOSTRA Padova e Este - W W F Padova, Este e Terme E. - LEGAMBIENTE Este, Padova - LA VESPA Battaglia Terme - COMITATO DIFESA COLLI EUGANEI Padova - L.I.P.U. Padova - COMITATO LASCIATECI RESPIRARE Monselice – COMITATO LA COLOMBARA Bastia - GRUPPO SPELEOLOGICO C.A.I. Padova – ASSOCIAZIONE S. LUCIA DEL RUSTACinto E. - AMICI DELLA BICICLETTA Padova.












Un chilo di riso per il popolo sahrawi


Cari amici


  il Centro di Produzione Teatrale VIA ROSSE aderisce al programma di raccolta straordinaria di riso a favore dei rifugiati sahrawi.
Tale campagna è promossa dall'associazione Jaima Sahrawi di Reggio Emilia con il sostegno e contributo di altre associazioni e gruppi sia in Emilia che in Veneto.
Tale campagna, al suo 4° anno, si è resa necessaria stante la drammatica situazione umanitaria in cui vivono i rifugiati sahrawi così come definita dall' Alto Commisariato dell'ONU per i rifugiati (UNHCR).
Via Rosse collabora nel modo che le è proprio, aprendo il suo spazio per un incontro di persone in cui offriremo racconti, letture, musica, canti...


DOMENICA 9 OTTOBRE alle 17.00


PER CHI NON CONOSCE ANCORA L'ASSOCIAZIONE VIA ROSSE SI TROVA IN:
VIA ROSSE 79 A VIGHIZZOLO D'ESTE
Ad ogni partecipante chiediamo di portare un sorriso e un pacco di riso come contributo alla campagna.


Vi aspettiamo!
Centro di Produzione VIA ROSSE                   






giovedì 6 ottobre 2011

Inquinamento luminoso ad Este


         Il consiglio comunale, nel corso dell'ultima seduta, approva una mozione, con la quale si chiede alla Regione Veneto di andare in deroga rispetto alla norma che impone alle città, contro l'inquinamento luminoso, l'adozione di apparecchi che evitino la dispersione della luce verso l'alto. Il motivo? La mancanza di denaro.   Ma l'adozione di apparecchi a norma di legge non va incontro proprio a questo problema? Di recente è stato assegnato il servizio dell'illilluminazione ad una ditta privata che dovrebbe garantire proprio il ricambio delle sfere laddove non in sintonia con la normativa contro l'inquinamento luminoso.Perchè allora adesso si chiede una deroga alla Regione proprio su questo fronte? 
Sul caso è intervenuta anche la sezione cittadina di Legambiente. Ospitiamo, inoltre, una lettera del presidente dell'associazione "Veneto Stellato" Leopoldo Dalla Gassa inviata lo scorso 2 ottobre al quotidiano "Il Gazzettino" con la quale esprime preoccupazioni e forti critiche a mozione e amministratori. La nostra preoccupazione è che l'adesione del Comune, nel marzo di quest'anno, al "Patto dei sindaci" rimanga solo una medaglia senza alcun contenuto e quindi priva di significato. Ci auguriamo una inversione di rotta ed un impegno fattivo della giunta, affinchè entro un anno si doti del Piano per l’illuminazione comunale contro l’inquinamento luminoso cosi come ha già fatto il Comune di Padova. In quanto ai costi basti solo pensare che mentre il comune di Bassano spende un milione di euro all'anno per la sua illuminazione pubblica, quello di Bollate ( di analoghe dimensioni) ne spende 300.000 con un risparmio di 700.000 euro.Questo si, a nostro avviso, è parlare di risparmio.        


Nove, 02 Ottobre 2011

Gentile redazione,

sono il presidente di VenetoStellato, coordinamento regionale contro l’inquinamento luminoso. Vi invio la presente per

puntualizzare alcune strane dichiarazioni che sono apparse sul vostro quotidiano circa l’interpretazione della Legge regionale veneta n° 17/09 “Nuove norme per il contenimento dell'inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell'illuminazione per esterni e per la tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici”.
Scorrendo l’articolo apparso in data 29/09 nella cronaca di ESTE dal titolo “Mozione per cambiare la normativa”, a firma di Fernando Garavello, si legge che “I "globi" dell'illuminazione pubblica del centro storico sono fuori norma e vanno sostituiti. A dirlo è una legge regionale che impone, entro pochi mesi, la sostituzione di tutte le fonti luminose non regolamentari nelle città venete”. A tal proposito ci corre l’obbligo correggere quanto riportato dal cronista che forse si è basato soltanto su informazioni avute dagli esponenti del Consiglio Comunale di Este, evidentemente male informati sulla normativa, un fatto (se confermato) non indifferente per degli amministratori. La legge sull’inquinamento luminoso della nostra Regione non impone nulla di tutto ciò. Il divieto di utilizzare globi luminosi non è una novità dell’altro giorno, ma è sancito nella
normativa regionale fin dal 1997. La precedente legge (L.R. 22/97) vietava l’uso di corpi illuminanti che emettevano più del 3% del flusso totale emesso dalla sorgente verso il cielo. Apparecchi che non rispettano tale requisito, sono innanzitutto fonte di spreco energetico, ma sono anche fonte di abbagliamento e di forte inquinamento luminoso, un problema molto serio per il cielo della nostra regione. La legge regionale prevede invece, questo sì è urgente, che i comuni si dotino del PICIL (Piano per l’illuminazione comunale contro l’inquinamento luminoso) entro tre anni dall’entrata in vigore della Legge in questione per organizzare e pianificare appunto l’illuminazione del territorio. A riguardo è opportuno ricordare che le stime indicano come l’inquinamento luminoso subito ad Asiago presso l’Osservatorio di Cima Ekar sia dovuto per il 3 % all’illuminazione della città di Milano! Quindi la frazione di inquinamento luminoso apportato dalla città di Este presso l’Osservatorio Astrofisico, è da considerare almeno pari di quella prodotta dalla città di Milano essendo quest’ultima a oltre 200 km di distanza; mentre Este ad appena 70 km ncirca in linea d’aria. Per il territorio del Parco Regionale dei Colli Euganei il contributo dell’inquinamento di Este è decisamente più importante. La legge in questione, di cui alcuni Consiglieri comunali hanno chiesto all’Amministrazione di farsi carico per una deroga alla Regione “per i centri abitati”, impone la buona gestione delle risorse a favore dell’ambiente e delle tasche dei cittadini, ottimizzando i consumi e ottenendo, una volta a regime:
- la riduzione dell'inquinamento luminoso ed ottico, nonchè la riduzione dei consumi da esso derivanti.
-l'uniformità dei criteri di progettazione per il miglioramento della qualità luminosa degli impianti per la sicurezza della circolazione stradale,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dell'attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dell'ambiente naturale, inteso come territorio, dei ritmi naturali delle specie naturali e vegetali,nonchè degli equilibri ecologici sia all'interno che all'esterno delle aree naturali protette,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dei beni paesistici,
-la salvaguardia della visione del cielo stellato, nell'interesse della popolazione regionale,
-la diffusione tra il pubblico delle tematiche relative all'inquinamento luminoso e la formazione di tecnici con competenze nell'ambitodell'illuminazione.
E infine a conclusione dell’articolo 1 della legge 17/09, si definisce che: “Ai fini della presente legge il cielo stellato è patrimonio naturale da conservare e valorizzare”. Non si vede quindi dove esistano dei punti di scontro in queste finalità, per chiedere delle deroghe insensate come quelle chieste da alcuni consiglieri che stante il loro ruolo tutto possono dirsi fuorché “consiglieri”. D’altro canto se venissero derogati “i centri abitati”, come richiesto nella mozione, non avrebbe alcun senso parlare di tutela dell’ambiente visto che sono proprio questi a essere illuminati e non la campagna: non avrebbe senso legiferare per normare un qualcosa dove non è previsto ci sia illuminazione!  Fa specie inoltre leggere che tra gli altri vi siano proprio i rappresentanti di partiti che si sono eretti da sempre come tutori dell’ambiente a formulare tale proposta, in spregio al protocollo di Kyoto di cui l’Italia ha recepito i contenuti e alle elementari norme di buon senso. Inviare luce verso l’alto non comporta forse uno spreco? A chi giova? Non era forse compito di chi ha amministrato il Comune di Este negli ultimi 14 anni attuare i dettami delle normative in vigore? Come fanno questi signori lamentare i tagli dello Stato centrale quando usano il denaro dei cittadini per illuminare il cielo anziché le strade? Con quale coraggio si chiede alla Regione una Legge “ad Comunem” senza rendere conto dello spreco prodotto da scelte inopportune perpetrate nel tempo e che nel caso dei globi comportano oltre il 60% di spreco? Dietro ai criteri della legge ci sono possibilità di risparmio energetico che questi amministratori nemmeno immaginano. Il 60/70 % della spesa energetica dei nostri comuni è dovuto alla pubblica illuminazione e Amministrazioni “illuminate” come ad esempio quella di Chiampo, che stanno applicando la Legge, hanno raggiunto risparmi energetici che vanno dal 56% al 70%! In altri settori della gestione di una città le amministrazioni sono costrette a sforzi incredibili per conseguire una risparmio di pochi punti percentuali.
Per ciò che riguarda la “continuità” con gli impianti di illuminazione di fine ottocento, permetteteci di sottolineare la ridicolaggine delle argomentazioni. Dato che vogliamo mantenere la continuità con il passato senza preoccuparci della sostenibilità, per quale motivo non torniamo alla vecchia illuminazione a GAS? L’effetto estetico sarebbe ancor più suggestivo e la continuità con il passato sarebbe ancor forte. Ci sono soluzioni impiantistiche oggi sul mercato che sopperiscono a qualsiasi esigenza architettonica senza inquinare e con rendimenti ben superiori alle “palle” che il Comune di Este si ostinerebbe a mantenere seppur fuori legge. A nostro giudizio la mozione proposta al Consiglio Comunale di Este serve più a coprire omissioni alle quali gli amministratori si sarebbero esposti, piuttosto che ad una vera mancanza di risorse. Se applicata la Legge regionale, in pochi anni – da tre a cinque – consentirebbe di ammortizzare completamente la spesa grazie ad una maggiore efficienza degli apparecchi con conseguente guadagno per il futuro, almeno per i successivi 15/20 anni. Se davanti a questa opportunità preferiamo infilare la testa sotto la sabbia, inutile poi lamentarsi dello stato di salute delle casse comunali italiane.
Si preoccupi piuttosto l’Amministrazione di rispondere alla nostra segnalazione, inviata lo scorso Agosto, per la quale l’amministrazione è obbligata per Legge (Legge 241/90), a dare una risposta scritta entro 30 giorni. Finora la nostra istanza è rimasta lettera morta, ancora una volta la legge vale solo per i cittadini, e non tutti. Può essere che al Comune di Este non conoscano le "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”? Anziché preoccuparsi di modificare le leggi a proprio piacimento, non sarebbe piuttosto il caso di iniziare a rispettare quelle esistenti, primo fra tutti l’art. 328 del C.P.P?

                                                                IL PRESIDENTE


                                                             Dalla Gassa Leopoldo

mercoledì 5 ottobre 2011

Ad Atene peggiorano i conti mentre esplode la piazza


Una molotov lanciata contro la polizia greca (Afp)
Una molotov lanciata contro la polizia greca

da Linkiesta

     L’ufficio statistico greco smentisce il ministro delle finanze Venizelos: «La recessione sarà più dura del previsto e i conti pubblici saranno forse peggiori delle previsioni». Sebbene il ministro abbia garantito che «Atene non ha esigenze di cassa fino a metà novembre», la situazione sta peggiorando velocemente e nella capitale greca i dimostranti si sono scontrati con la polizia con alcuni feriti. Ma la troika avverte la Grecia che la sesta tranche di aiuti arriverà «non prima di novembre».

Fabrizio Goria

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/ad-atene-peggiorano-i-conti-mentre-esplode-la-piazza#ixzz1ZvhYZt2v

Rivogliamo wikipedia. No alla legge bavaglio

Cari amici in Italia,



Il governo di Berlusconi sta provando nuovamente a portare a segno in Parlamento l'infame "legge bavaglio", che metterebbe in pericolo le fondamenta della nostra democrazia. I nostri politici sono in balia delle vicine elezioni, e un sommovimento popolare potrebbe fermarli. Clicca sotto per firmare la petizione urgente per la democrazia e la libertà d'informazione. Ci rimangono pochi giorni!
E' vergognoso! E' tornata l'infame "legge bavaglio" e il Parlamento potrebbe adottarla in qualunque momento: soltanto un enorme grido d'indignazione può fermarla.
La coalizione di Berlusconi è in frantumi, ma nel crollo si sta trascinando la sua maggioranza per portare a segno la "legge bavaglio", che minerebbe sensibilmente il potere del nostro sistema giudiziario di combattere il crimine e la corruzione, e imporrebbe sanzioni draconiane contro editori, giornalisti e blogger. L'anno scorso abbiamo combattuto questa legge e abbiamo vinto. Anche questa volta dipende solo da noi: battiamoci con tutte le nostre forze per salvare la nostra democrazia!
Il bavaglio potrebbe diventare legge in ogni momento! Oltre 350.000 italiani stanno chiedendo al Parlamento di respingere la "legge bavaglio" e proteggere così la libertà di stampa: raggiungiamo ora le 500.000 firme! Clicca sotto per firmare e inoltra questa e-mail a tutti quelli che conosci - la petizione sarà consegnata direttamente ai parlamentari durante ogni voto cruciale da ora fino alle prossime due settimane:


http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_2/?vl


A fronte di nuovi vergognosi scandali sessuali e episodi di corruzione che hanno colpito il Premier e alcuni membri del governo, incluse accuse di prostituzione minorile e appalti assegnati in cambio di ragazze, il governo di Berlusconi sta facendo di tutto per far passare questa legge, che limiterebbe pericolosamente il potere giudiziario e metterebbe il bavaglio agli editori, i giornalisti e i blogger.
L'anno scorso abbiamo costretto il Parlamento a chiudere nel cassetto la "legge bavaglio", grazie a un'enorme mobilitazione pubblica, che ha attirato l'attenzione dei media internazionali e ha aiutato a dividere la coalizione governativa. Ma ora che il suo disastroso mandato sta volgendo al termine, Berlusconi sta disperatamente cercando di proteggere se stesso e i suoi alleati dalle condanne e censurare preventivamente la stampa per fermare nuovi scandali dall'essere pubblicati.
Se la "legge bavaglio" passerà, non potremo più raccogliere le prove investigative contro i casi di corruzione e mafia e chiedere conto ai nostri politici, e un fondamento della nostra democrazia sarebbe distrutto. Solo noi possiamo fermare tutto questo! Firma la petizione urgente ora e invita tutti i tuoi amici a farlo:


http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_2/?vl

martedì 4 ottobre 2011

Gli immigrati, la Lega Nord e la crisi

Cosi mentre anche Este risente dei colpi pesantissimi della crisi gli esponenti locali della Lega Nord si sbracciano per dire la loro sulla iniziativa del collegio Manfredini che dal cinque ottobre ospiterà alcuni profughi provenienti dalla Libia. L'ala moderata, rappresentata dal consigliere Carlo Zaramella, memore delle sue origini cattoliche, plaude ma con moderazione. Spiega comunque che, per fortuna, i padri salesiani non pagano i libici a cui , in cambio dell'ospitalità, chiedono di svolgere una attività di pulizia delle strade per conto del Bacino Pd 3.  Ignora il nostro forbito rappresentante leghista che queste persone ospitate al Collegio Manfredini hanno i diritti di tutti gli altri, poichè di persone si tratta e non di schiavi. No comment invece sulle solite tirate razziste della parlamentare Paola Goisis , esponente tipica della classe politica cialtrona, eletta col listino bloccato per ben due volte in Parlamento ed oggi come sempre affacendata a dimostrare che l'amministrazione estense (da quando in qua i padri salesiani governano la città?)ospita a tradimento extracomunitari.Come sempre impegnata a dimostrare che gli extracomunitari godono di privilegi inesistenti e mettono in seria discussione la sicurezza cittadina.Ma perchè anzichè inventarsi problemi questi signori non si occupano della crisi che anche ad Este morde fascie sempre più consistenti di popolazione? Lo sanno che in città e nel circondario sono quasi 400 le famiglie che chiedono il buono pacco della Croce Rossa? Una crisi destinata ad aumentare, purtroppo, e che richiede risposte intelligenti e mature da una classe politica ed amministrativa di cui purtroppo anche loro fanno parte. 
IN quanto a noi, esprimiamo solidarietà ai padri salesiani che, svolgendo azione di supplenza rispetto ad uno stato incapace ed arrogante, si incaricano di aiutare persone fuggite da una pesantissima guerra civile tuttora in corsa.