mercoledì 12 ottobre 2011

LA REGIONE EMILIA ROMAGNA APPROVA UNA MOZIONE CONTRO IL CARBONE A PORTO TOLLE

ANCHE IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 29 OTTOBRE CONTRO LA CONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE DI PORTO TOLLE E APPROVA LA MOZIONE PROPOSTA DA SEL-VERDI-PD-M 5S


UN MOTIVO IN PIU' PER MOBILITARCI IN VENETO
centrale porto tolle

La riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle è una mera follia non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello energetico ed economico.
A livello mondiale il ruolo del carbone è in progressivo declino, specie nei Paesi già industrializzati.
Negli USA, uno dei maggiori utilizzatori di tale fonte energetica, lo scorso anno non è stata costruita (o iniziata a costruire) nessuna nuova centrale a carbone mentre ne sono state dismesse ben 48.
Stando ad alcune proiezioni realizzate da società di analisi dei mercati, entro il 2015 negli Stati Uniti potrebbero essere fermate centrali a carbone per una potenza complessiva compresa tra i 30 e i 70 GW.
Perché l'Italia, in presenza di un surplus di gas a livello mondiale scelga il carbone sarebbe un mistero, se non fosse spiegabile con dinamiche tra l'Enel e altre compagnie.
Perché il Governo italiano lo consenta, a fronte di una gestione delle emissioni di CO2 inesistente, in un Paese che ha affrontato gli impegni di Kyoto senza uno straccio di piano credibile, non è invece comprensibile e accettabile. Ancor più difficile da comprendere la Regione Veneto che, mentre rimane sorda alla preoccupazione non solo degli ambientalisti, ma di molti settori sociali per la nuova centrale a carbone, che rappresenta una minaccia per la salute e per le attività economiche quali l'agricoltura - il carbone è la maggiore fonte di inquinamento da mercurio, per fare un esempio - indice una moratoria per gli impianti fotovoltaici a terra, opponendosi allo sviluppo delle rinnovabili. Questo non già in base a precisi criteri per minimizzarne l'impatto, come prevedono le Linee Guida apposite, ma in attesa di un futuribile piano energetico in cui, invece, la centrale di Porto Tolle rientrerà già a pieno titolo.

Insomma, il Veneto guarda al passato mentre il mondo va verso le rinnovabili e l'efficienza energetica.







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