giovedì 6 ottobre 2011

Inquinamento luminoso ad Este


         Il consiglio comunale, nel corso dell'ultima seduta, approva una mozione, con la quale si chiede alla Regione Veneto di andare in deroga rispetto alla norma che impone alle città, contro l'inquinamento luminoso, l'adozione di apparecchi che evitino la dispersione della luce verso l'alto. Il motivo? La mancanza di denaro.   Ma l'adozione di apparecchi a norma di legge non va incontro proprio a questo problema? Di recente è stato assegnato il servizio dell'illilluminazione ad una ditta privata che dovrebbe garantire proprio il ricambio delle sfere laddove non in sintonia con la normativa contro l'inquinamento luminoso.Perchè allora adesso si chiede una deroga alla Regione proprio su questo fronte? 
Sul caso è intervenuta anche la sezione cittadina di Legambiente. Ospitiamo, inoltre, una lettera del presidente dell'associazione "Veneto Stellato" Leopoldo Dalla Gassa inviata lo scorso 2 ottobre al quotidiano "Il Gazzettino" con la quale esprime preoccupazioni e forti critiche a mozione e amministratori. La nostra preoccupazione è che l'adesione del Comune, nel marzo di quest'anno, al "Patto dei sindaci" rimanga solo una medaglia senza alcun contenuto e quindi priva di significato. Ci auguriamo una inversione di rotta ed un impegno fattivo della giunta, affinchè entro un anno si doti del Piano per l’illuminazione comunale contro l’inquinamento luminoso cosi come ha già fatto il Comune di Padova. In quanto ai costi basti solo pensare che mentre il comune di Bassano spende un milione di euro all'anno per la sua illuminazione pubblica, quello di Bollate ( di analoghe dimensioni) ne spende 300.000 con un risparmio di 700.000 euro.Questo si, a nostro avviso, è parlare di risparmio.        


Nove, 02 Ottobre 2011

Gentile redazione,

sono il presidente di VenetoStellato, coordinamento regionale contro l’inquinamento luminoso. Vi invio la presente per

puntualizzare alcune strane dichiarazioni che sono apparse sul vostro quotidiano circa l’interpretazione della Legge regionale veneta n° 17/09 “Nuove norme per il contenimento dell'inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell'illuminazione per esterni e per la tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici”.
Scorrendo l’articolo apparso in data 29/09 nella cronaca di ESTE dal titolo “Mozione per cambiare la normativa”, a firma di Fernando Garavello, si legge che “I "globi" dell'illuminazione pubblica del centro storico sono fuori norma e vanno sostituiti. A dirlo è una legge regionale che impone, entro pochi mesi, la sostituzione di tutte le fonti luminose non regolamentari nelle città venete”. A tal proposito ci corre l’obbligo correggere quanto riportato dal cronista che forse si è basato soltanto su informazioni avute dagli esponenti del Consiglio Comunale di Este, evidentemente male informati sulla normativa, un fatto (se confermato) non indifferente per degli amministratori. La legge sull’inquinamento luminoso della nostra Regione non impone nulla di tutto ciò. Il divieto di utilizzare globi luminosi non è una novità dell’altro giorno, ma è sancito nella
normativa regionale fin dal 1997. La precedente legge (L.R. 22/97) vietava l’uso di corpi illuminanti che emettevano più del 3% del flusso totale emesso dalla sorgente verso il cielo. Apparecchi che non rispettano tale requisito, sono innanzitutto fonte di spreco energetico, ma sono anche fonte di abbagliamento e di forte inquinamento luminoso, un problema molto serio per il cielo della nostra regione. La legge regionale prevede invece, questo sì è urgente, che i comuni si dotino del PICIL (Piano per l’illuminazione comunale contro l’inquinamento luminoso) entro tre anni dall’entrata in vigore della Legge in questione per organizzare e pianificare appunto l’illuminazione del territorio. A riguardo è opportuno ricordare che le stime indicano come l’inquinamento luminoso subito ad Asiago presso l’Osservatorio di Cima Ekar sia dovuto per il 3 % all’illuminazione della città di Milano! Quindi la frazione di inquinamento luminoso apportato dalla città di Este presso l’Osservatorio Astrofisico, è da considerare almeno pari di quella prodotta dalla città di Milano essendo quest’ultima a oltre 200 km di distanza; mentre Este ad appena 70 km ncirca in linea d’aria. Per il territorio del Parco Regionale dei Colli Euganei il contributo dell’inquinamento di Este è decisamente più importante. La legge in questione, di cui alcuni Consiglieri comunali hanno chiesto all’Amministrazione di farsi carico per una deroga alla Regione “per i centri abitati”, impone la buona gestione delle risorse a favore dell’ambiente e delle tasche dei cittadini, ottimizzando i consumi e ottenendo, una volta a regime:
- la riduzione dell'inquinamento luminoso ed ottico, nonchè la riduzione dei consumi da esso derivanti.
-l'uniformità dei criteri di progettazione per il miglioramento della qualità luminosa degli impianti per la sicurezza della circolazione stradale,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dell'attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dell'ambiente naturale, inteso come territorio, dei ritmi naturali delle specie naturali e vegetali,nonchè degli equilibri ecologici sia all'interno che all'esterno delle aree naturali protette,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dei beni paesistici,
-la salvaguardia della visione del cielo stellato, nell'interesse della popolazione regionale,
-la diffusione tra il pubblico delle tematiche relative all'inquinamento luminoso e la formazione di tecnici con competenze nell'ambitodell'illuminazione.
E infine a conclusione dell’articolo 1 della legge 17/09, si definisce che: “Ai fini della presente legge il cielo stellato è patrimonio naturale da conservare e valorizzare”. Non si vede quindi dove esistano dei punti di scontro in queste finalità, per chiedere delle deroghe insensate come quelle chieste da alcuni consiglieri che stante il loro ruolo tutto possono dirsi fuorché “consiglieri”. D’altro canto se venissero derogati “i centri abitati”, come richiesto nella mozione, non avrebbe alcun senso parlare di tutela dell’ambiente visto che sono proprio questi a essere illuminati e non la campagna: non avrebbe senso legiferare per normare un qualcosa dove non è previsto ci sia illuminazione!  Fa specie inoltre leggere che tra gli altri vi siano proprio i rappresentanti di partiti che si sono eretti da sempre come tutori dell’ambiente a formulare tale proposta, in spregio al protocollo di Kyoto di cui l’Italia ha recepito i contenuti e alle elementari norme di buon senso. Inviare luce verso l’alto non comporta forse uno spreco? A chi giova? Non era forse compito di chi ha amministrato il Comune di Este negli ultimi 14 anni attuare i dettami delle normative in vigore? Come fanno questi signori lamentare i tagli dello Stato centrale quando usano il denaro dei cittadini per illuminare il cielo anziché le strade? Con quale coraggio si chiede alla Regione una Legge “ad Comunem” senza rendere conto dello spreco prodotto da scelte inopportune perpetrate nel tempo e che nel caso dei globi comportano oltre il 60% di spreco? Dietro ai criteri della legge ci sono possibilità di risparmio energetico che questi amministratori nemmeno immaginano. Il 60/70 % della spesa energetica dei nostri comuni è dovuto alla pubblica illuminazione e Amministrazioni “illuminate” come ad esempio quella di Chiampo, che stanno applicando la Legge, hanno raggiunto risparmi energetici che vanno dal 56% al 70%! In altri settori della gestione di una città le amministrazioni sono costrette a sforzi incredibili per conseguire una risparmio di pochi punti percentuali.
Per ciò che riguarda la “continuità” con gli impianti di illuminazione di fine ottocento, permetteteci di sottolineare la ridicolaggine delle argomentazioni. Dato che vogliamo mantenere la continuità con il passato senza preoccuparci della sostenibilità, per quale motivo non torniamo alla vecchia illuminazione a GAS? L’effetto estetico sarebbe ancor più suggestivo e la continuità con il passato sarebbe ancor forte. Ci sono soluzioni impiantistiche oggi sul mercato che sopperiscono a qualsiasi esigenza architettonica senza inquinare e con rendimenti ben superiori alle “palle” che il Comune di Este si ostinerebbe a mantenere seppur fuori legge. A nostro giudizio la mozione proposta al Consiglio Comunale di Este serve più a coprire omissioni alle quali gli amministratori si sarebbero esposti, piuttosto che ad una vera mancanza di risorse. Se applicata la Legge regionale, in pochi anni – da tre a cinque – consentirebbe di ammortizzare completamente la spesa grazie ad una maggiore efficienza degli apparecchi con conseguente guadagno per il futuro, almeno per i successivi 15/20 anni. Se davanti a questa opportunità preferiamo infilare la testa sotto la sabbia, inutile poi lamentarsi dello stato di salute delle casse comunali italiane.
Si preoccupi piuttosto l’Amministrazione di rispondere alla nostra segnalazione, inviata lo scorso Agosto, per la quale l’amministrazione è obbligata per Legge (Legge 241/90), a dare una risposta scritta entro 30 giorni. Finora la nostra istanza è rimasta lettera morta, ancora una volta la legge vale solo per i cittadini, e non tutti. Può essere che al Comune di Este non conoscano le "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”? Anziché preoccuparsi di modificare le leggi a proprio piacimento, non sarebbe piuttosto il caso di iniziare a rispettare quelle esistenti, primo fra tutti l’art. 328 del C.P.P?

                                                                IL PRESIDENTE


                                                             Dalla Gassa Leopoldo

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