martedì 6 marzo 2012

Contro il revamping Italcementi: assemblea affollatissima a Valle San Giorgio


  Troppo piccola la sala di Villa Mantua per contenerle tutte (oltre un centinaio) e così decine di persone hanno preso posto nell'atrio per ascoltare i numerosi interventi. Ieri sera si è tenuto a Baone l'incontro proposto dai Comitati per analizzare la sentenza del Consiglio di Stato, che capovolgendo il pronunciamento del Tar Veneto, ha completamente accolto le tesi di Italcementi e di fatto, spianato la strada al Revamping dello stabilimento di Monselice. Tra i presenti il Sindaco di Baone, consiglieri comunali di Monselice, Este, Baone, Battaglia Terme, Cinto Euganeo, consiglieri e assessori del Parco, esponenti di comitati e associazioni ambientaliste, ma soprattutto tanti cittadini. Dopo una breve introduzione è intervenuto l'avv. Davide Furlan che ha illustrato la sentenza del Consiglio di Stato, evidenziando diverse incongruenze e aspetti non considerati, rilevando i passaggi in cui maggiormente emergeva una coincidenza con le interpretazioni del Piano Ambientale, fatte proprie dai sostenitori del Revamping. Va detto, che nella corposa sentenza, mai una sola volta è ripreso e ricordato l'aspetto essenziale del P.A. che definisce i cementifici come "incompatibili" con le finalità del Parco. Il quadro dei ricorsi in atto è stato completato poi daFrancesco Corso, che ha riproposto la volontà dei Sindaci di mantenere in piedi questi procedimenti, il primo dei quali è stato fissato per il 2 maggio al Tar del Veneto e riguarda l'impugnazione degli atti che hanno portato la Provincia a dare l'autorizzazione al Revamping. Il secondo, non ancora fissato, sarà al Consiglio di Stato, dove si chiede che i Comuni di Este e Baone siano coinvolti nella convenzione siglata solamente da Parco, Italcementi e Comune di Monselice.
Ha preso la parola Daniele Todesco, Presidente del Comitato “Valpolicella 2000” che con altri si sta battendo contro il Revamping del cementificio di Fumane (VR). Ha sottolineato l’importanza di spiegare bene ai cittadini le conseguenze sulla salute dovute alle emissioni, ma in particolare di coinvolgere le categorie economiche direttamente coinvolte dalle emissioni e dalle attività di questi impianti. Nel loro caso, ad esempio i viticoltori, dove si produce il famoso “amarone”, hanno preso una posizione precisa.
Silvia Mazzetto del Comitato “E NOI?” ha espresso il rammarico per l’esito della sentenza ma ha posto l’accento sull’importanza di seguire con attenzione i prossimi passaggi amministrativi, tra i quali l’autorizzazione Integrata ambientale della Provincia e il permesso a costruire che è in capo al Comune di Monselice.
A seguire, Francesco Miazzi per il Comitato “lasciateci respirare” che ha riportato il quadro alla sua dimensione originale, ricordando che la battaglia è per l’applicazione dei passaggi stabiliti per i 3 cementifici, definiti incompatibili, sollecitando la richiesta di un’azione più incisiva per l’avvio di un “Accordo di programma” complessivo, che dia risposte anche ai lavoratori impiegati. Ha esortato tutti a non subire passivamente l’esito di questa sentenza e di non rassegnarsi al futuro imposto dai cementieri e da una classe politica collusa. Ha posto alla discussione una serie di proposte, tra le quali un convegno su “paesaggio e dintorni” per creare un’attenzione nazionale sull’infausto progetto, una commissione medica per richiedere e avviare uno screening sulla popolazione residente (questo alla luce di recenti risultati che evidenziano presenza di diossina nel latte materno attorno a inceneritori e impianti industriali). Infine ha lanciato la proposta di analizzare e avviare le procedure per un “referendum consultivo” sulla questione Revamping e cementifici.
Altri interventi di Lorenzo Nosarti (rileva il rischio per l’uso dei rifiuti e le possibili infiltrazioni mafiose), Francesco Corso (propone di prendere in considerazione l’idea di estendere il referendum a tutto il territorio interessato dalle emissioni), Antonio Rota (rilegge in forma critica gli articoli del piano ambientale relativi ai cementifici, rilevandone le contraddizioni), Leandro Belluco (rende evidente la sofferenza nei bilanci aziendali, il calo di produzione, la forte riduzione di manodopera prevista, gli effetti dovuti all’uso dei rifiuti come sostitutivo alla materia prima), Gianni Sandon (riporta la questione al ruolo del Parco e della politica nella definizione del futuro di questi impianti e di questo territorio),Beatrice Andreose (invita tutti a lavorare per coinvolgere nel dibattito la popolazione di Este dove si trova il cementificio Zillo e responsabilizzare tutta l’area dei Colli). E poi diversi cittadini che hanno posto domande, fatto proposte e invitato tutti a non lasciare nulla d’intentato.
Il dibattito, vivo e partecipato, si è concluso pochi minuti prima della mezzanotte, con l’impegno per tutti di approfondire ed estendere le proposte e un nuovo appuntamento subito, lunedì 12 marzo, stesso posto e stessa ora. Questa comunità non sembra abbia nessuna intenzione di arrendersi…



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