lunedì 27 settembre 2010

Energie alter(native)...


Cari amici, questo è il testo della lettera che ho inviato al Mattino di Padova e che ricalcherà quella che invierò a tutti i parlamentari veneti.
L'oggetto della missiva è la richiesta di maggiori poteri per i comuni nella programmazione del proprio territorio per quanto riguarda le energie alternative ma non solo.

Beatrice


Egregio direttore,

mai come oggi, tempo in cui tutti si riempiono la bocca con la parola federalismo, i Comuni hanno avuto meno potere programmatorio sul proprio territorio.
E' notizia di ieri il progetto dell'Enel di realizzare a Mestre una centrale nucleare tanto osteggiata dal Governatore Zaia in Veneto quanto votata dallo stesso a Roma in qualità di Ministro.
Ma i Veneti cosa dicono? La battaglia contro la scelta nucleare, tanto costosa quanto inutile e dannosa per ambiente e salute umana, rimane la più importante.
Ci sono però altre questioni importanti da affrontare.
Ne cito solo una: la richiesta di molte società di utilizzare terreni agricoli al fine di farne piantagioni fotovoltaiche.
Totalmente favorevole alle energie alternative, tuttavia nutro seri dubbi sulla opportunità di togliere all'agricoltura aree preziose per dedicarle al fotovolatico.
I pannelli vanno posizionati in aree marginali, lungo le autostrade, in zone industriali, non devono occupare territorio agricolo. Ad Este, ad esempio, una società di Mestre propone la realizzazione di un megaimpianto fotovoaltrico ad inseguimento che prevede, al confine con Ospedaletto,il posizionamento di 18720 pannelli destinati a produrre 5,89 mw.
Il dibattito in città e dentro la maggioranza è notevole. Tuttavia, qualora l'amministrazione volesse dire la sua, a favore o contro, oggi non lo può fare. Già il governatore della Puglia Nikj Vendola ha approvato una Legge Regionale per indicare quali sono le aree non idonee ed ha perso dinanzi la Corte Costituzionale a cui è ricorso il Governo.
Attualmente è in corso in Parlamento la discussione per una nuova legge che regolamenti in modo chiaro la costruzione e l'esercizio di impianti da fonti rinnovabili. Nelle linee guida si specifica che solo le Regioni e le Province Autonome potranno porre limitazioni e divieti in atti di tipo programmatorio o pianificatorio.
Nella parte IV si individuano le aree non idonee e si dice che ad individuarle potranno essere solo le Regioni: Ed i Comuni? Dovranno accettare quanto proposto da Venezia, nel nostro caso? Ritengo che si debbano proporre strumenti programmatori, in questo campo, anche per il Comune.
L'ente più vicino ai cittadini che conosce bene il suo territorio ed è l'unico che, con nozione di causa, può intervenire sulla fattibilità o meno di un progetto.
In tal senso invito i nostri parlamentari a suggerire, in sede di dibattito, maggiori poteri per i Comuni, affinchè il federalismo si riempia di contenuti e non rimanga solo facile e demagogica promessa elettorale quale per l'appunto risulta oggi.

Beatrice Andreose

Assessore all'Ambiente del Comune di Este

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