giovedì 26 gennaio 2012

Parte sabato mattina la campagna di obbedienza civile nella Bassa Padovana

                                                               COMUNICATO STAMPA
Manifestazione acqua


Continuano le iniziative dei comitati membri del Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua.

La vittoria referendaria ottenuta con la partecipazione di 27 milioni di cittadini/e ha sancito due cose, la prima che l'acqua è un bene comune che va sottratto alla speculazione del mercato e della finanza, la seconda che dalle bollette va cancellata la remunerazione garantita al 7% del capitale investito. La corte costituzionale ha confermato questa lettura.
Ciononostante il governo, le istituzioni locali ed i gestori non stanno rispettando la volontà popolare.
Per questo riprende l'iniziativa per realizzare gli obiettivi del referendum vinto.
Il Forum ha promosso la CAMPAGNA di OBBEDIENZA CIVILE proponendo di far pervenire al gestore locale una "dichiarazione-reclamo" in cui si chiede:
- di decurtare la quota di "remunerazione del capitale investito"
- di rimborsare quanto illegittimamente incassato.
In caso di mancato adeguamento si procederà con l'autoriduzione della bolletta.
Cancelliamo il profitto dalla nostra bolletta dell'acqua (per CVS la percentuale è del 14,36% per il 2011 e del 15,23% per il 2012)!
Per aderire alla campagna bisogna portare con se un documento di riconoscimento ed una bolletta del CVS.
A tale scopo, nella Bassa Padovana, funzioneranno un banchetto ogni sabato mattina, sino al prossimo 3 marzo, sotto i portici di piazza Maggiore ad Este ed alcuni sportelli tecnico legali a cui chiunque può rivolgersi.

Ecco tutti gli indirizzi:

ESTE

-un banchetto ogni sabato mattina, sino al 3 marzo,
sotto i portici di piazza Maggiore dalle 9 alle 13

-Bottega del mercato equo-solidale “ La bilancia”,
piazza Trento
Lunedì mattina dalle 9 alle 12,30 e giovedì pomeriggio dalle 16 alle 19
-Sportello sociale contro la crisi,
Piazzale Cà Pesaro, 1
piano terra
Sabato pomeriggio dalle 15 alle 18


MONSELICE

-Sede ADL Cobas, Cà Oddo
Lunedì, mercoledì, venerdì dalle 16,30 alle 18,30
- Bottega del mercato equo-solidale “Colibrì”, via Roma 26
Lunedì 9-12, sabato 9-12 e 16-19

PONSO

-Bar Centrale
-Bar Lella, Bresega

SANTA MARGHERITA

-Parrucchiere Doppia Immagine SMdA

MEGLIADINO SAN FIDENZIO

-Tabacchi MSF

Per informazioni rivolgersi a: Massimo Maffezzoni m.maffez@tin.it; Beatrice Andreose , Francesco Miazzi ; sportellosocialecontrolacrisi@yahoo.com; Libero Battiston: libero.battiston@libero.it; Stefano Saoncella: stefano.saoncella@libero.it



Comitato Provinciale Due Si per l’acqua bene comune Padova e Provincia

lunedì 23 gennaio 2012

Campagna di obbedienza civile: assemblea martedi 24 gennaio ad Este

Cari tutti,
continuano le iniziative dei comitati membri del Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua.
Vi invitiamo a partecipare martedì 24 gennaio, alle ore 21, nella sala civica di vicolo Mezzaluna ad Este, dietro il Municipio, alla riunione di autoformazione per imparare le procedure di autoriduzione per le bollette dell'acqua.
Saranno presenti due membri del comitato acquabenecomunepadova.org per rispondere a tutte le vostre domande.
Dopo la riunione sarete in grado di autogestire l'autoriduzione della vostra bolletta, ma se lo riterrete opportuno potrete, anche in piena autonomia, organizzare l'autoriduzione del vostro condominio, della vostra rete parentale, della vostra via...; con la vostra partecipazione, con i vostri tempi, potrete dare un forte impulso al radicamento e all'estensione nel territorio della campagna di OBBEDIENZA CIVILE affinchè l'acqua resti un bene Comune, gestito dalla collettività e disponibile per tutti.
La vittoria referendaria ottenuta con la partecipazione di 27 milioni di cittadini/e ha sancito due cose, la prima che l'acqua è un bene comune che va sottratto alla speculazione del mercato e della finanza, la seconda che dalle bollette va cancellata la remunerazione garantita al 7% del capitale investito. La corte costituzionale ha confermato questa lettura.
Ciononostante il governo, le istituzioni locali ed i gestori non stanno rispettando la volontà popolare.
Per questo riprende l'iniziativa per realizzare gli obiettivi del referendum vinto.

Il Forum ha promosso la CAMPAGNA di OBBEDIENZA CIVILE proponendo di far pervenire al gestore locale una "dichiarazione-reclamo" in cui si chiede:


- di decurtare la quota di "renumerazione del capitale investito"


- di rimborsare quanto illegittimamente incassato.

In caso di mancato adeguamento si procederà con l'autoriduzione della bolletta.
Cancelliamo il profitto dalla nostra bolletta dell'acqua (per CVS la percentuale è del 14,36% per il 2011 e del 15,23% per il 2012)!!
A tale scopo si allestirà un banchetto tutti i sabato mattina sotto i portici di Piazza Maggiore ad Este. Un giorno della settimana, per due ore, inoltre, sarà possibile andare nella sede della Bilancia, in piazza Trento, per avere informazioni dettagliate sulla modalità della campagna di autoriduzione. Bisogna portare con se un documento di riconoscimento ed una bolletta del CVS.

giovedì 19 gennaio 2012

Referendum acqua: martedi 24 gennaio incontro ad Este


Il “Comitato Provinciale Due Sì per l'acqua bene comune” di Padova (aderente al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua),
  
INCONTRA GLI AMMINISTRATORI LOCALI, I COMITATI E LE ASSOCIAZIONI DELLA BASSA PADOVANA
 
ORE 21.00 SALA DI VICOLO MEZZALUNA (DIETRO IL MUNICIPIO)


acquabenecomunepadova.orgESTE

PER:


1. Organizzare con gli utenti del S.i.i. una campagna di "OBBEDIENZA CIVILE" al fine di illustrare il Reclamo/Istanza di rimborso con il quale:
- si chiede al Gestore il rimborso dell'importo già versato relativo alla componente “remunerazione del capitale investito” (si tratta di una percentuale fissa del 7% che continua ad essere applicata nelle nostre bollette) per i periodi successivi al 20 luglio 2011;
- si dichiara che si provvederà a detrarre la percentuale relativa (dal 15 al 18% a seconda del gestore) dalle bollette successive all’invio del “Reclamo/Istanza” in caso di mancato adeguamento del Gestore.

2. Rilanciare l'organizzazione dei Comitati locali per l'acqua pubblica e la costituzione di Sportelli tecnico-legali per l’attuazione della campagna di “Obbedienza civile”.

L'INCONTRO E' APERTO AI CITTADINI INTERESSATI

http://acquabenecomunepadova.org/ - http://www.acquabenecomune.org
Comitato Provinciale Due Sì per l'acqua bene comune Padova


acquabenecomune.pd@libero.it - Giuliana Beltrame giuliana.beltrame@alice.it - Alessandro Punzo alpunz@libero.it - Gianni Sbrogiò ; RIFERIMENTO COMITATI PER LA BASSA PADOVANA: Massimo Maffezzoni m.maffez@tin.it; RIFERIMENTO AMMINISTRATORI BASSA PADOVANA: Beatrice Andreose , Francesco Miazzi

lunedì 16 gennaio 2012

Giù le mani dall'acqua

Ospitiamo una mail di Alex Zanotelli che, giustamente preoccupato dalle pressanti esternazioni del governo "tecnico" circa la privatizzazione dei beni comuni, primo fra i quali l'acqua, invita tutti a riflettere ed a reagire.


TRADIMENTO MONTI  








  Era il 13 giugno , esattamente 7 mesi fa , quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune :”Ubriachi eravamo di gioia… le spalle cariche dei propri covoni!(Salmo,126)
E oggi, 13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto..” (Salmo,126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosidetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta.
E’ quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell’attuale governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori.Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l’acqua.
Iniziando con le affermazioni di A.Catricalà, sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l’acqua è uno dei settori da aprire al mercato. E C.Passera, ministro all’economia, ha affermato :”Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha mai impedito in sé la liberalizzazione del settore.” E ancora più spudoratamente il sottosegretario all’economia G.Polillo ha rincarato la dose: “Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l’acqua è e rimane un bene pubblico. E’ il servizio di distribuzione che va liberalizzato.” E non meno clamorosa è l’affermazione del ministro dell’ambiente C.Clini: ”Il costo dell’acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso…. .La gestione dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione del contenuto economico della gestione.”
Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del governo (che sarà votato il 19 gennaio) che all’art.20 afferma che il servizio idrico - considerato servizio di interesse economico generale - potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando così la gestione pubblica del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare l’esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli che ha trasformato la società per azioni a totale capitale pubblico (ARIN ) in ABC (Acqua Bene Comune-Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum che prevedeva la gestione pubblica dell’acqua senza scopo di lucro. E’ il tradimento del governo dei professori. E’ il tradimento della democrazia.
Per i potentati economico-finanziari italiani l’acqua è un boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire. Per le grandi multinazionali europee dell’acqua(Veolia,Suez,Coca-Cola…) che da Bruxelles spingono il governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per la nostra vittoria referendaria, soprattutto il contagio in Europa.
“Un potere immorale e mafioso –ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo libro All’ombra dell’acqua- si sta impossessando dell’acqua del pianeta.
E’ in corso l’ultima guerra per il possesso finale dell’ultima merce: l’acqua. Per i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale. Perchè è il più disonesto, il più sporco, il più pericoloso per l’esistenza umana.”
Per questo dobbiamo reagire tutti con forza a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere l’esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a Roma perché questo governo ascolti la voce di quei milioni di italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica .
Chiediamo altresì che il governo Monti riceva il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di “obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico (disobbedendo così al governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell’acqua con striscioni e bandiere dell’acqua.
E infine ai 26 milioni di cittadini/e di manifestare il proprio dissenso esponendo dal proprio balcone ,uno striscione con la scritta :”Giù le mani dall’acqua”!
In piedi , popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso !
E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia (Salmo,126)

Alex Zanotelli
Napoli, 13 gennaio 2012

Scuola pubblica: dove vai?

di Franco Buccino
Chi pensava a salti di gioia nel mondo della scuola per le dimissioni di Berlusconi e per la conseguente uscita di scena della Gelmini, è rimasto deluso. Non mancavano i motivi per gioire, ma evidentemente sono prevalse le preoccupazioni, l’attenzione, i dubbi per quello che il governo Monti intende fare nel settore. I guasti delle politiche scolastiche dei governi Berlusconi, prima con Moratti, poi con Gelmini, sempre con Tremonti, sono sotto gli occhi di tutti: con tagli fatti passare per pseudo riforme è stato stravolto l’intero sistema scolastico italiano. La fondazione Agnelli ha individuato di recente nella scuola media l’anello debole del sistema. Eppure negli anni settanta, ottanta, e anche novanta, era il fiore all’occhiello dell’istruzione pubblica. Perché si elaborarono e diffusero, in questo segmento di scuola, modelli innovativi, prima con le attività integrative di “studio sussidiario e libere attività complementari” e poi con il tempo prolungato: il primo modello con insegnanti diversi tra mattina e pomeriggio, il secondo con gli stessi insegnanti. Entrambi costavano parecchio. La Moratti, quando intraprese, d’accordo con Tremonti, l’opera demolitrice del sistema attraverso l’abbattimento dei costi, prese di mira innanzitutto la scuola media. E, rapidamente, ne ridusse all’osso il tempo scuola e l’organico docenti. Un destino analogo ha colpito poco dopo la scuola elementare. Le novità, per cui era balzata ai primi posti nelle classifiche internazionali, vale a dire una sorta di generalizzazione del tempo pieno attraverso i moduli (tre insegnanti su due classi), le compresenze e gli insegnanti specialisti di lingua straniera, la Gelmini ha provveduto a eliminarle, su indicazione di Tremonti. Purtroppo l’ex Ministro ha fatto in tempo a metter mano anche alla cosiddetta riforma delle superiori. Al posto di mettere a sistema le sperimentazioni che erano proliferate negli anni, le ha semplicemente abolite, con una riduzione generalizzata dell’orario scolastico. E si vedono i primi drammatici effetti: laboratori chiusi, materie scomparse, insegnamenti accorpati. Si aggiunga che, in tutti gli ordini di scuola, nel corso degli anni, è stato aumentato il numero di alunni per classe, in locali spesso non a norma. Non diminuiscono le ore di sostegno, ma solo perché sono imposte da sentenze dei giudici; contro la legge sono invece inseriti ordinariamente più alunni disabili nella stessa classe, numerosa come le altre. In tal modo si sta rendendo problematica l’integrazione degli alunni diversamente abili, una delle poche specificità del nostro sistema per cui siamo ancora considerati a livello internazionale. L’incredibile ristrutturazione, compiuta in gran parte nell’ultimo decennio, è stata realizzata sulla pelle dei precari, in via di estinzione, ma anche del restante personale, al quale sono stati tolti stabilità, autonomia e diritti. Le vere vittime di quest’attentato all’istruzione pubblica sono naturalmente gli studenti, soprattutto quelli più in difficoltà, e le loro famiglie.
Ora, se non si fa un cammino a ritroso per individuare soluzioni alternative a quelle adottate dai precedenti governi, a poco servono le iniziative proposte sulla dispersione scolastica, i progetti sulla matematica e tutti gli altri finanziati con i fondi europei, le idee sul reclutamento dei docenti e l’annunciato concorso. Non voglio dire che non siano importanti e urgenti, o che non siano interessanti nel merito, anche per le personalità che le stanno proponendo. Francesco Profumo e Marco Rossi Doria, persone competenti e colte. Cosa non scontata al ministero della Pubblica Istruzione. La dispersione scolastica è, per esempio, uno dei principali problemi di Napoli e della Campania; una dispersione che avviene troppo presto per troppi ragazzi, e che è annunciata da segnali precisi: ritardo scolastico, risultati insufficienti, demotivazione. Segnali ai quali la scuola assiste impotente, più attenta a classificare gli alunni che ad aiutarli nelle loro difficoltà. La lotta alla dispersione si accompagna, nelle intenzioni del Ministro, all’impegno per la qualità dell’istruzione. Nelle classifiche internazionali siamo messi male, soprattutto per i risultati nelle materie scientifiche: una disaffezione che dura fino all’università, con grave pregiudizio dello sviluppo del paese. Infine, è coraggioso l’approccio pragmatico al concorso. Le interminabili discussioni sul reclutamento, lauree abilitanti e tirocini formativi attivi, stanno facendo invecchiare intere generazioni di precari e di aspiranti docenti. Il solo annuncio del concorso ha riacceso le speranze. Eppure tutte queste belle cose rischiano, nella situazione in cui si trova la scuola pubblica, non solo di fallire ma addirittura di essere controproducenti. La lotta alla dispersione passa, oggi più che mai, attraverso tempo scuola e organici rinforzati. Bisogna recuperare le migliaia d’insegnanti spazzati via dalle scuole, piuttosto che operatori esterni su progetto. Puntare su questi ultimi, a scapito dei primi, sarebbe un grave errore. Potenziare alcuni insegnamenti in un tempo scuola ridotto all’osso, creerebbe solo squilibri senza risolvere il problema di fondo, che rimane quello di un’offerta formativa divenuta sempre più povera e disarticolata. Se il governo vuole ridare all’istruzione pubblica il ruolo strategico che le compete, deve pensare a un impegno economico straordinario e senza precedenti. Certo, dovrà pretendere molto di più dagli insegnanti e dagli altri operatori. Il problema non è di reclutarli daccapo. Al concorso annunciato, ai tfa, ai corsi di abilitazioni e lauree abilitanti, continueranno a partecipare le stesse decine di migliaia di persone che stanno nelle diverse graduatorie e/o che hanno titoli a iosa. Il problema è il recupero di posti stabili che non ci sono. Il problema è la formazione in servizio, l’organizzazione del lavoro da rivedere profondamente, nuove regole, orari e responsabilità: per tutti e non solo per le nuove leve.

da La Repubblica
16 gennaio 2012

martedì 10 gennaio 2012

Che cosa è l'agricoltura biologica?



Mercoledi 18 gennaio
ore 21
sala civica di vicolo Mezzaluna
ne parliamo con
Franco Zecchinato

presidente della cooperativa agricola El Tamiso
già presidente nazionale Aiab

Organizza il Gas. Dotto( Gruppo di acquisto solidale) di Este

Siete tutti invitati a partecipare

venerdì 23 dicembre 2011

RUOLO DELL’AREA DI ESTE NELLA STRUTTURA ECONOMICA DELLA PROVINCIA DI PADOVA

Pubblichiamo una interessante analisi a cura di Raffaella Massaro e Sandro Sanseverinati per conto della Delegazione Confindustria di Este

Territorio e popolazione
L’area della Delegazione Confindustria di Este, situata nella zona sud/sud-ovest della provincia di Padova, ha una superficie complessiva di 759 chilometri quadrati, pari a oltre 1/3 della superficie provinciale (35,3%). Nei Comuni dell’area di Este al 31 dicembre 2010 risiedono 154.295 abitanti (il 16,5% della popolazione provinciale). Di questi, il 6,7% sono cittadini stranieri: una percentuale decisamente più bassa di quella registrata a livello provinciale (9,8%). La popolazione mostra una densità abitativa più bassa di quella media provinciale: si contano infatti 203,4 abitanti per kmq (435,1 abitanti per kmq il dato provinciale). E’ un valore cresciuto di poco nell’ultimo decennio a causa di una dinamica della popolazione decisamente meno positiva di quella media provinciale (+3,8% a fronte del +9,9% della provincia). Solo nei comuni di Solesino (703 abitanti/kmq) ed Este (512 abitanti/kmq) la densità è superiore alla media provinciale testimoniando di un’area che conserva possibilità di sviluppo del territorio nel rispetto della sostenibilità ambientale.

Occupazione

I dati Istat tratti dall’Archivio ASIA e una stima della CCIAA di Padova per i comuni con meno di 5.000 abitanti consentono di quantificare l’occupazione nelle attività industriali e terziarie nell’area di Este (ultimo dato disponibile 2008) in 47.467 unità, il 13,5% del totale degli addetti della provincia. Nei due comuni di Este e Monselice risulta concentrato quasi un terzo degli addetti (30,9%). Nell’area fra il 2007 e il 2008 si è registrato un aumento nel numero degli addetti del +0,2% meno significativo della media provinciale, ma con andamenti estremamente differenziati nei diversi comuni. Incrementi a due cifre verificati a Saletto (+38,3%), Barbona (+24,4%) e Piacenza d’Adige (+13%). I comuni che hanno invece perduto una quota maggiore di imprese sono stati Merlara (-10,4%), Ponso (-8,4%), Ospedaletto (-6,5%) e Monselice (-5,4%).
Si fa riferimento ai Comuni di Anguillara Veneta, Arquà Tetrarca, Arre, Bagnoli di Sopra, Baone,
Barbona, Boara Pisani, Carceri, Casale di Scodosia, Castelbaldo, Cinto Euganeo, Conselve, Este,
Granze, Lozzo Atestino, Masi, Megliadino S.Fidenzio, Megliadino S.Vitale, Merlara, Monselice,
Montagnana, Ospedaletto Euganeo, Pernumia, Piacenza d'Adige, Ponso, Pozzonovo, S. Pietro
Viminario, Santa Margherita d'Adige, Saletto, Sant'Elena, Sant'Urbano, Solesino, Stanghella, Tribano,
Urbana, Vescovana, Vighizzolo d'Este, Villa Estense, Vo'


Occupati nell’industria e terziario nella Delegazione di Este


L’occupazione si concentra per il 39,3% nell’industria manifatturiera (18.663 unità)

con una percentuale di sette punti superiore a quella riscontrata nel totale della provincia (32,1%), il 30,7% lavora nelle attività di commercio, trasporti e turismo, il 18,2% nei servizi alle imprese e alle persone e l’11,7% nell’edilizia. Percentuali particolarmente elevate di occupati nel settore manifatturiero si riscontrano nei comuni di Bagnoli di Sopra (73,9%), Casale di Scodosia (71%) e Vighizzolo d’Este (70%).

Attività economiche

Nel territorio di Este sono presenti (al 31 dicembre 2010) 20.098 unità locali operative - dei settori agricoltura, industria, artigianato, commercio e servizi - pari al 17,9% del totale provinciale: un’impresa ogni 8 abitanti (una ogni 10 al netto dell’agricoltura). L’industria manifatturiera e le costruzioni rappresentano insieme il 27,5% delle unità totali (36,6% al netto delle attività agricole). Le imprese agricole sono il 24,7%: una percentuale molto più elevata della media provinciale (14,6%), nonostante la continua contrazione dato che dal 2001 ad oggi le attività agricole sono diminuite del 30,5% (-3,2% nell’ultimo anno). Il commercio-alberghi-ristorazione rappresenta il 27,9% del totale, mentre i servizi alle imprese e alle persone il 19,6 per cento. La variazione del numero di imprese nel 2010 è stata negativa e pari al –0,6%, percentuale in controtendenza rispetto al leggero aumento registrato nel complesso della provincia (+0,2%). Di poco positiva la variazione al netto dell’agricoltura: +0,3% a fronte del +0,7% della media provinciale.
Anche nell’analisi di lungo periodo l’area di Este mostra alcune peculiarità. Fra il 2001 e il 2010 il numero complessivo delle unità locali ha subito una flessione (-3,1% a fronte del +4,5% della media provinciale), se però si considerano le sole attività non agricole si registra un incremento del +11,3% coerente con la media provinciale (+15,7%). Alla variazione negativa delle attività agricole (-30,5%), si accompagna una tendenza anch’essa negativa dell’industria manifatturiera in senso stretto (-12,4% a
fronte di un –11% a livello provinciale), mentre si registra il +25,2% delle costruzioni (+39,2% la media provinciale), +8,7% di commercio-alberghi-ristorazione (+11,2%), +34,4% dei servizi alle imprese e alla persona (+35,6%). L’andamento descrive una presenza tuttora importante delle attività agricole alla quale si affianca una ancora insufficiente presenza di servizi in particolare di quelli più innovativi rivolti alle imprese. Nonostante l’incremento che ha portato nell’area di Este i servizi alle imprese e alle persone a pesare dal 14,1% del 2001 al 19,6%, il valore risulta ancora di sette punti inferiore alla media provinciale (26,6%). Il peso delle attività commerciali, degli alberghi e della ristorazione è del 27,9% (31,1% il valore della provincia). In linea con la media provinciale risulta invece la presenza di attività manifatturiere in senso stretto (13,6% a fronte del 13,4%) e delle costruzioni (13,9 a fronte del 14,1%). Ufficio Comunicazione e Stampa, Studi 6

Il reddito prodotto

Nell’area di Este nel 2009 (ultimo dato disponibile) è stato di 3 miliardi 494 mila euro, pari al 14,7% del prodotto interno lordo provinciale. Il reddito pro-capite è di 22.645 euro annui: un valore inferiore a quello rilevato per l’intera provincia di Padova, pari a 25.413 euro per abitante, fortemente influenzato dal valore del Comune capoluogo (33.180 euro). Punte superiori alla media provinciale si
registrano nei comuni di Monselice (29.519), Este (28.383), Megliadino S.Fidenzio (27.095), Montagnana (26.512) e Casale di Scodosia (26.391).

mercoledì 21 dicembre 2011

Natale, più "km zero" e meno caviale nei cenoni

Il risparmio sulle tavole degli italiani è dovuto alla rinuncia alle mode esterofile del passato pagate a caro prezzo come champagne, caviale, ostriche, salmone o ciliegie e pesche fuori stagione e all’ aumento dei prodotti Made in Italy magari a chilometri zero sulle tavole degli italiani. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che quasi tre italiani su quattro (73 per cento) per il Natale 2011 intendono acquistare prodotti Made in Italy e addirittura il 33 per cento degli italiani intende regalare prodotti alimentari locali a chilometri zero e il 28 per cento prodotti biologici secondo l’indagine dell’Swg.
La crisi cambia le modalità di acquisto con ben l’84 per cento degli italiani che frena i propri impulsi alla ricerca del miglior convenienza nel rapporto prezzo e qualità dei prodotti e dei punti vendita. Di fatto si allungano i tempi sia per la ricerca dei regali che per la scelta dei prodotti da utilizzare per imbandire i tradizionali cenoni che secondo le stime di Confesercenti saranno piu’ povere del 19 per cento con una spesa per la cena della vigilia e per il pranzo di Natale che sara' di 2,3 miliardi. Si assiste all'affermarsi di uno stile di vita che riduce gli eccessi e gli sprechi, ma è attento alla qualità e alla sicurezza dell’alimentazione. Tra i prodotti piu’ gettonati immancabili sono lo spumante e i dolci tipici del Natale con la tendenza a riscoprire quelli piu’ artigianali della tradizione regionale come i fichi a crocetta ricoperti al cioccolato e i torroncini, dolci al cedro e al bergamotto in Calabria, la gubana in Friuli, il pandolce in Liguria, gli struffoli in Campania, i porcedduzzi in Puglia o il panone di Natale in Emilia. Tiene anche la domanda di formaggi e salumi tipici, ma anche quella di cotechini, e legumi come le lenticchie.
Più frequentati quest’anno i tradizionali mercatini di Natale dove si stima che - sostiene la Coldiretti - quasi dieci milioni di italiani acquisteranno i regali. Una tendenza che si esprime anche con il boom degli acquisti direttamente dagli imprenditori agricoli in azienda o nei mercati e botteghe di Campagna Amica dove è garantita genuinità, convenienza e una maggiore originalità rispetto alle offerte natalizie standardizzate dei punti vendita tradizionali. In molti casi è possibile prepararsi o farsi preparare i tipici cesti natalizi con prodotti inimitabili caratteristici del territorio.










lunedì 19 dicembre 2011

Cementifici, l'Ue abbassi i limiti di emissioni

  I Comitati "E NOI?" e "Lasciateci respirare" esprimono un pubblico ringraziamento ad Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, che con l'interrogazione parlamentare alla Commissione europea, ha portato all'attenzione di questo organismo Comunitario l'incredibile anomalia della disparità dei limiti di emissione tra cementifici ed inceneritori, per gli stessi inquinanti. Il ringraziamento è dovuto anche al fatto di aver evidenziato la criticità della situazione nella bassa padovana, dove sono presenti 3 cementifici nel raggio di 5 KM, segnalando le lacune normative che non tengono in considerazione la loro vicinanza (quindi l'effetto cumulativo degli inquinanti emessi), la distanza dalle zone abitate e la loro collocazione all’interno di territori protetti, come dovrebbe essere quello del Parco dei Colli Euganei.

Comunicato stampa 19 dicembre 2011


Ad Este e Monselice (PD) ci sono tre cementifici in un raggio di 5 km. Zanoni (IdV) chiede alla Commissione europea di rivedere i limiti di emissioni (addirittura più alti degli inceneritori). “Considerare anche l'effetto cumulativo degli inquinanti e la vicinanza a centri abitati”
“L'Ue deve abbassare i limiti di emissioni dei cementifici che immettono in atmosfera quantità enormi di inquinanti e per i quali oggi esistono limiti addirittura più permissivi che per gli inceneritori”. Lo chiede Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, con un'interrogazione parlamentare alla Commissione europea. “Nei Comuni di Este e Monselice, in provincia di Padova, c'è una situazione paradossale: in un raggio di 5 km e all’interno del Parco Regionale dei Colli sono in funzione ben tre cementifici”.
Zanoni chiede alla Commissione di rivedere i limiti previsti dalla direttiva IPPC (2008/1/CE) nell'ordine di polveri totali 30 mg/Nm3, biossido di zolfo 600 mg/Nm3 e ossido di azoto 1.800 mg /Nm3. Si tratta di limiti ben più alti rispetto ai già nocivi ed altamente inquinanti inceneritori. “In queste strutture spesso viene bruciato di tutto – spiega Zanoni – senza considerare il fatto che il Parco rientra nei siti di interesse comunitario previsti dalla rete ecologica delle zone protette di Natura 2000, nonostante il suo Piano ambientale definisce i cementifici incompatibili con le finalità del Parco, sollecitandone la riconversione o la delocalizzazione”.
“Purtroppo la Provincia di Padova ha espresso parere favorevole sul rinnovamento dello stabilimento di Italcementi di Monselice – prosegue l'Eurodeputato – decisione che ne prolungherebbe l’attività per altri 30 anni”. Il Tar del Veneto ne ha riconosciuto il contrasto con il Piano Ambientale e adesso siamo in attesa del Consiglio di Stato che si pronuncerà il 17 gennaio. “Sta di fatto che a causa dell’elevato inquinamento, il "Piano di Tutela e risanamento dell'Atmosfera" ha collocato i comuni di Este e Monselice in "zona A", ovvero area da risanare”, continua Zanoni.
Secondo il leader ambientalista, all'origine di tutto c'è “la macroscopica ed incomprensibile diversità dei limiti di emissione tra cementifici e altre strutture altamente nocive come gli inceneritori per gli stessi inquinanti pericolosi per la salute”. Per questo Zanoni chiede alla Commissione di abbassare i limiti di emissione dei cementifici tenendo anche in considerazione la loro vicinanza (quindi l'effetto cumulativo degli inquinanti emessi), la distanza dalle zone abitate e la loro collocazione all’interno di territori protetti.
“L'Ue deve prendere le misure necessarie per salvaguardare la salute dei cittadini, ad Este e Monselice come in tutta Europa”, conclude Zanoni.
Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni