mercoledì 12 ottobre 2011

LA REGIONE EMILIA ROMAGNA APPROVA UNA MOZIONE CONTRO IL CARBONE A PORTO TOLLE

ANCHE IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 29 OTTOBRE CONTRO LA CONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE DI PORTO TOLLE E APPROVA LA MOZIONE PROPOSTA DA SEL-VERDI-PD-M 5S


UN MOTIVO IN PIU' PER MOBILITARCI IN VENETO
centrale porto tolle

La riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle è una mera follia non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello energetico ed economico.
A livello mondiale il ruolo del carbone è in progressivo declino, specie nei Paesi già industrializzati.
Negli USA, uno dei maggiori utilizzatori di tale fonte energetica, lo scorso anno non è stata costruita (o iniziata a costruire) nessuna nuova centrale a carbone mentre ne sono state dismesse ben 48.
Stando ad alcune proiezioni realizzate da società di analisi dei mercati, entro il 2015 negli Stati Uniti potrebbero essere fermate centrali a carbone per una potenza complessiva compresa tra i 30 e i 70 GW.
Perché l'Italia, in presenza di un surplus di gas a livello mondiale scelga il carbone sarebbe un mistero, se non fosse spiegabile con dinamiche tra l'Enel e altre compagnie.
Perché il Governo italiano lo consenta, a fronte di una gestione delle emissioni di CO2 inesistente, in un Paese che ha affrontato gli impegni di Kyoto senza uno straccio di piano credibile, non è invece comprensibile e accettabile. Ancor più difficile da comprendere la Regione Veneto che, mentre rimane sorda alla preoccupazione non solo degli ambientalisti, ma di molti settori sociali per la nuova centrale a carbone, che rappresenta una minaccia per la salute e per le attività economiche quali l'agricoltura - il carbone è la maggiore fonte di inquinamento da mercurio, per fare un esempio - indice una moratoria per gli impianti fotovoltaici a terra, opponendosi allo sviluppo delle rinnovabili. Questo non già in base a precisi criteri per minimizzarne l'impatto, come prevedono le Linee Guida apposite, ma in attesa di un futuribile piano energetico in cui, invece, la centrale di Porto Tolle rientrerà già a pieno titolo.

Insomma, il Veneto guarda al passato mentre il mondo va verso le rinnovabili e l'efficienza energetica.







martedì 11 ottobre 2011

Legge bavaglio, giornalisti in piazza il 12 ottobre

Mobilitazione a Roma contro il provvedimento sulle intercettazioni


Protesta fotoreporter
protesta di un fotoreporter

VENEZIA, 10 OTTOBRE 2011 – I giornalisti scendono nuovamente in piazza contro la cosiddetta "legge bavaglio". L'appuntamento è per mercoledì 12 ottobre, alle 17, al Pantheon a Roma, in concomitanza con il voto parlamentare sul Ddl intercettazioni previsto per la stessa giornata."E' una vergogna che, a fronte di una gravissima situazione di crisi che mette a rischio il Paese, si discuta di intercettazioni invece che delle misure economiche necessarie ad evitare l'aggravamento della situazione – dichiara il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori – E' una vergogna che si voglia mettere il bavaglio all'informazione con la scusa di tutelare la privacy dei cittadini, quando in realtà si cerca unicamente di evitare la pubblicazione di notizie scomode riguardanti il presidente del Consiglio e o qualche altro personaggio eccellente. Notizie di rilevante interesse pubblico, che con la privacy hanno nulla a che vedere, e che i cittadini devono sapere".
La norma in discussione alla Camera, sulla quale probabilmente verrà posta la fiducia, ha provocato la scorsa settimana le dimissioni della deputata Giulia Bongiorno (Fli), precedente relatrice del provvedimento, per protesta a seguito dell'introduzione non concordata di pene detentive (da sei mesi a tre anni) per i giornalisti in caso di pubblicazione di intercettazioni ritenute irrilevanti ai fini dell'inchiesta penale. "Non si saprà più nulla" ha denunciato la Bongiorno, lamentando la violazione degli accordi da parte del Pdl, che ha introdotto modifiche non previste al testo del Ddl. Per poi aggiungere: "Questa è una legge che preclude la possibilità di dare notizie dilatando a dismisura i tempi di pubblicazione - ha spiegato subito dopo l'annuncio delle sue dimissioni - Ci sono voluti due anni per arrivare a un accordo condiviso e adesso, allo sc hioccare di dita del premier, quell'accordo è saltato. La legge così è inaccettabile (...) Il testo è peggiorato perché Berlusconi si presenta con la faccia del garantista, ma in realtà non lo è affatto".
E ancora più duro è stato il presidente della Camera, Gianfranco Fini: "È una legge buona solo per l'interesse di qualcuno", ha dichiarato. "Un giorno serve il processo breve e un giorno il processo lungo a seconda di quello che conviene". Al Cavaliere che grida al complotto delle toghe, Fini ha replicato che "solo quando non si hanno argomenti si grida al complotto, si danno le colpe ai magistrati e ai giornalisti".
A seguito della pioggia di polemiche e contestazioni, lo stesso nuovo relatore del Ddl sulle intercettazioni, Enrico Costa (Pdl), subentrato alla Bongiorno, ha annunciato l'intenzione di "proporre una modifica della norma sulla carcerazione dei giornalisti. Auspico - ha aggiunto Costa - che ci possa essere un testo che, a fronte delle regole, stabilisca sanzioni ma che siano adeguate e non eccessivamente punitive".
A difendere a spada tratta il carcere per i giornalisti è, invece, l'avvocato Maurizio Paniz (Pdl), il quale ha dichiarato che chi pubblica atti coperti dal segreto investigativo o istruttorio fa un doppio danno: "uno alla persona interessata della quale si mettono in piazza cose che non vanno messe in piazza, un altro all’indagine che molte volte è vanificata dalla pubblicazione di atti riservati". L'avvocato Paniz dimentica di spiegare, però, che le intercettazioni normalmente pubblicate dai giornali non sono segrete e dunque sono state legittimamente pubblicate. Nel caso del Presidente del Consiglio è difficilmente negabile, anche dai più fedeli
collaboratori del Cavaliere, che non si tratti di notizie di rilevante interesse pubblico.
Va ricordato, inoltre, che per gli atti d'indagine coperti da segreto, comprese le intercettazioni, la pubblicazione è già oggi vietata e punita per legge.
A difesa del diritto di cronaca anche Enzo Cheli, già vicepresidente della Corte Costituzionale e poi presidente dell'Autorità Garante delle Telecomunicazioni: "La misura della detenzione mi pare eccessiva rispetto al diritto all'informazione che ha una tutela costituzionale. Si rischia di creare una sorta di intimidazione nei confronti di chi esercita la professione dell'informazione (....) Se le intercettazioni pubblicate sono solo irrilevanti ma non coperte da segreto istruttorio, quel tipo di sanzione penale non appare solo sproporzionata, ma anche ingiustificata (...) Il problema – aggiunge - è capire quando finisce il segreto istruttorio. Si è parlato dell'udienza filtro, nel corso della quale vengono individuate le conversazioni irrilevanti per il processo. Ebbene, se questo momento processuale si verifica quando orma i il segreto istruttorio è caduto, a quel punto stabilire una sanzione penale per la diffusione di contenuti di cui già le parti sono a conoscenza mi sembra improprio".
Cheli ha concluso sostenendo che la rivendicazione di poter rendere note intercettazioni che raccontano aspetti privati discutibili di personalità pubbliche "consente il controllo sociale della vita pubblica. Si esce dal terreno del diritto penale e si entra in quello del diritto alla privacy. E indubbiamente, laddove queste intercettazioni riguardano soggetti che ricoprono incarichi pubblici, occorre riconoscere che c'è una limitazione del diritto alla riservatezza".
IL DDL
Il testo discusso la settimana scorsa in commissione Giustizia alla Camera prevede il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni "irrilevanti" e il divieto di pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro.
Le intercettazioni irrilevanti saranno sia quelle che dopo l'udienza-filtro vengono 'chiuse' nell'archivio di segretezza, sia quelle che il Pm non fa trascrivere quando manda al giudice una richiesta di misura cautelare.
Quanto agli articoli "ammazza blog", alla Commissione Giustizia della Camera è stato raggiunto un accordo per escludere i blog dall'obbligo di rettifica entro 48 ore; obbligo che resterà soltanto per le testate online. Quale sia lo scopo di tale norma è difficile capirlo, considerato che già ora tutte le testate giornalistiche – ma il legislatore evidentemente non lo sa – hanno l'obbligo di rettifica in base alla legge sulla stampa. La modifica dell'articolo che riguarda i blog non è però scontato: se il Governo dovesse chiedere la fiducia, infatti, potrebbe andare al voto il testo precedente che impone l'obbligo di rettifica anche ai blog amatoriali, con effetti facilmente immaginabili.

Altre notizie sul sito dell'Ordine: www.ordinegiornalisti.veneto.it

Legge bavaglio, protesta dei fotoreporter



lunedì 10 ottobre 2011

Tutti a Roma il 15 ottobre: giornata europea dell'indignazione


Chi vuole partecipare alla manifestazione può contattare la lista. Da Padova parte un autobus che arriva a Monselice sabato alle 6.30. Il prezzo è davvero basso onde consentire a tutti di poterci essere:appena 15 euro.
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Uniti contro la crisi in Europa, il 15 ottobre la giornata continentale dell'indignazione .
Da Padova e da Monselice partirà un autobus per recarsi tutti assieme a Roma



  La giornata internazionale di mobilitazione del prossimo 15 ottobre degli “indignados” segna la ripresa di una mobilitazione dei movimenti sociali globali contro il neoliberismo, per una diversa idea di Europa, per una fuoriuscita dalla crisi dalla parte dei deboli e di ha pagato in questi anni un modello di sviluppo iniquo e socialmente ed ecologicamente insostenibile. Si tratta di un’opportunità importante di costruire un fronte europeo nella costruzione di un’alternativa di fronte alle conseguenze della crisi e alle politiche neoliberiste che l’hanno accompagnata
  Riprende la parola l’ “Europa dal basso” fondata sulla democrazia, su un modello sociale fondato sulla coesione, l’eguaglianza, la sostenibilità ambientale. Si stanno rimettenedo in Europa forze, non solo movimenti, ma componenti importanti della cultura e della politica democratica europea ormai convinte del fatto che questo modello d’Europa è giunto al capolinea. Concretamente alcune cose che servirebbero sono la revisione del patto di stabilità, gli eurobond (non solo per risanare i bilanci), un’agenzia pubblica di rating, la tobin tax e -soprattutto- un rafforzamento della democrazia sostanziale in Europa.
  In questa fase così delicata si tratta di ricostruire la mobilitazione unitaria dei movimenti- di evitare gli errori del passato e di costruire un’agenda comune di proposte (dalla patrimoniale alle “piccole opere”, dalla

riduzione delle spese militari al reddito di cittadinanza) che possano contribuire a dare al 15 ottobre anche la caratteristica di un’alternativa politica e concreta al modello neoliberista e alle politiche seguite che sin qui hanno difeso solo i privilegiati, la finanza, i mercati.
















venerdì 7 ottobre 2011

Le associazioni ambientaliste della Bassa Padovana aderiscono alla manifestazione nazionale contro il carbone di Porto Tolle del prossimo 29 ottobre 2011

centrale porto tolle

In larga parte il nostro sviluppo negli ultimi decenni si è basato su uno squilibrato sfruttamento del territorio e dell'ambiente. Faticosamente, sotto la spinta decisiva del movimento ambientalista, sono stati conquistati alcuni importanti risultati nella direzione di una diversa sensibilità su questi temi: sull'uso di energie alternative, sui problemi dell'inquinamento, sulle politiche del territorio e delle aree protette...
Invece che rafforzare e valorizzare questi segnali positivi, col pretesto della crisi in atto (frutto anche di questo dissennato sviluppo) si sta tentando ora di demolire i risultati acquisiti, puntando a un pericoloso arretramento generale.
Emblematica la situazione dei parchi del Delta e dei Colli Euganei. Ora che la Giustizia Amministrativa (TAR e Consiglio di Stato), intervenendo sui casi della centrale termoelettrica di Porto Tolle e dell'Italcementi di Monselice, ha richiamato politici e amministratori ad applicare coerentemente quelle norme di tutela ambientale che gli stessi parchi si erano date, stiamo assistendo alle vergognose manovre per aggirare questi richiami. Con una inconsueta velocità la Regione ha modificato la legge istitutiva del Parco del Delta e per i Colli Euganei si sta manovrando per fare altrettanto col Piano Ambientale.
Per impedire questo ritorno al peggiore passato, un arretramento che non fa bene all'ambiente, ma neanche all'economia, facciamo sentire nel modo più forte possibile la nostra voce e la nostra protesta.
Per questo comunichiamo la nostra piena adesione alle iniziative ed alla manifestazione proposta per il 29 Ottobre, GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE.


COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE DEL PARCO DEI COLLI EUGANEI

ITALIA NOSTRA Padova e Este - W W F Padova, Este e Terme E. - LEGAMBIENTE Este, Padova - LA VESPA Battaglia Terme - COMITATO DIFESA COLLI EUGANEI Padova - L.I.P.U. Padova - COMITATO LASCIATECI RESPIRARE Monselice – COMITATO LA COLOMBARA Bastia - GRUPPO SPELEOLOGICO C.A.I. Padova – ASSOCIAZIONE S. LUCIA DEL RUSTACinto E. - AMICI DELLA BICICLETTA Padova.












Un chilo di riso per il popolo sahrawi


Cari amici


  il Centro di Produzione Teatrale VIA ROSSE aderisce al programma di raccolta straordinaria di riso a favore dei rifugiati sahrawi.
Tale campagna è promossa dall'associazione Jaima Sahrawi di Reggio Emilia con il sostegno e contributo di altre associazioni e gruppi sia in Emilia che in Veneto.
Tale campagna, al suo 4° anno, si è resa necessaria stante la drammatica situazione umanitaria in cui vivono i rifugiati sahrawi così come definita dall' Alto Commisariato dell'ONU per i rifugiati (UNHCR).
Via Rosse collabora nel modo che le è proprio, aprendo il suo spazio per un incontro di persone in cui offriremo racconti, letture, musica, canti...


DOMENICA 9 OTTOBRE alle 17.00


PER CHI NON CONOSCE ANCORA L'ASSOCIAZIONE VIA ROSSE SI TROVA IN:
VIA ROSSE 79 A VIGHIZZOLO D'ESTE
Ad ogni partecipante chiediamo di portare un sorriso e un pacco di riso come contributo alla campagna.


Vi aspettiamo!
Centro di Produzione VIA ROSSE                   






giovedì 6 ottobre 2011

Inquinamento luminoso ad Este


         Il consiglio comunale, nel corso dell'ultima seduta, approva una mozione, con la quale si chiede alla Regione Veneto di andare in deroga rispetto alla norma che impone alle città, contro l'inquinamento luminoso, l'adozione di apparecchi che evitino la dispersione della luce verso l'alto. Il motivo? La mancanza di denaro.   Ma l'adozione di apparecchi a norma di legge non va incontro proprio a questo problema? Di recente è stato assegnato il servizio dell'illilluminazione ad una ditta privata che dovrebbe garantire proprio il ricambio delle sfere laddove non in sintonia con la normativa contro l'inquinamento luminoso.Perchè allora adesso si chiede una deroga alla Regione proprio su questo fronte? 
Sul caso è intervenuta anche la sezione cittadina di Legambiente. Ospitiamo, inoltre, una lettera del presidente dell'associazione "Veneto Stellato" Leopoldo Dalla Gassa inviata lo scorso 2 ottobre al quotidiano "Il Gazzettino" con la quale esprime preoccupazioni e forti critiche a mozione e amministratori. La nostra preoccupazione è che l'adesione del Comune, nel marzo di quest'anno, al "Patto dei sindaci" rimanga solo una medaglia senza alcun contenuto e quindi priva di significato. Ci auguriamo una inversione di rotta ed un impegno fattivo della giunta, affinchè entro un anno si doti del Piano per l’illuminazione comunale contro l’inquinamento luminoso cosi come ha già fatto il Comune di Padova. In quanto ai costi basti solo pensare che mentre il comune di Bassano spende un milione di euro all'anno per la sua illuminazione pubblica, quello di Bollate ( di analoghe dimensioni) ne spende 300.000 con un risparmio di 700.000 euro.Questo si, a nostro avviso, è parlare di risparmio.        


Nove, 02 Ottobre 2011

Gentile redazione,

sono il presidente di VenetoStellato, coordinamento regionale contro l’inquinamento luminoso. Vi invio la presente per

puntualizzare alcune strane dichiarazioni che sono apparse sul vostro quotidiano circa l’interpretazione della Legge regionale veneta n° 17/09 “Nuove norme per il contenimento dell'inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell'illuminazione per esterni e per la tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici”.
Scorrendo l’articolo apparso in data 29/09 nella cronaca di ESTE dal titolo “Mozione per cambiare la normativa”, a firma di Fernando Garavello, si legge che “I "globi" dell'illuminazione pubblica del centro storico sono fuori norma e vanno sostituiti. A dirlo è una legge regionale che impone, entro pochi mesi, la sostituzione di tutte le fonti luminose non regolamentari nelle città venete”. A tal proposito ci corre l’obbligo correggere quanto riportato dal cronista che forse si è basato soltanto su informazioni avute dagli esponenti del Consiglio Comunale di Este, evidentemente male informati sulla normativa, un fatto (se confermato) non indifferente per degli amministratori. La legge sull’inquinamento luminoso della nostra Regione non impone nulla di tutto ciò. Il divieto di utilizzare globi luminosi non è una novità dell’altro giorno, ma è sancito nella
normativa regionale fin dal 1997. La precedente legge (L.R. 22/97) vietava l’uso di corpi illuminanti che emettevano più del 3% del flusso totale emesso dalla sorgente verso il cielo. Apparecchi che non rispettano tale requisito, sono innanzitutto fonte di spreco energetico, ma sono anche fonte di abbagliamento e di forte inquinamento luminoso, un problema molto serio per il cielo della nostra regione. La legge regionale prevede invece, questo sì è urgente, che i comuni si dotino del PICIL (Piano per l’illuminazione comunale contro l’inquinamento luminoso) entro tre anni dall’entrata in vigore della Legge in questione per organizzare e pianificare appunto l’illuminazione del territorio. A riguardo è opportuno ricordare che le stime indicano come l’inquinamento luminoso subito ad Asiago presso l’Osservatorio di Cima Ekar sia dovuto per il 3 % all’illuminazione della città di Milano! Quindi la frazione di inquinamento luminoso apportato dalla città di Este presso l’Osservatorio Astrofisico, è da considerare almeno pari di quella prodotta dalla città di Milano essendo quest’ultima a oltre 200 km di distanza; mentre Este ad appena 70 km ncirca in linea d’aria. Per il territorio del Parco Regionale dei Colli Euganei il contributo dell’inquinamento di Este è decisamente più importante. La legge in questione, di cui alcuni Consiglieri comunali hanno chiesto all’Amministrazione di farsi carico per una deroga alla Regione “per i centri abitati”, impone la buona gestione delle risorse a favore dell’ambiente e delle tasche dei cittadini, ottimizzando i consumi e ottenendo, una volta a regime:
- la riduzione dell'inquinamento luminoso ed ottico, nonchè la riduzione dei consumi da esso derivanti.
-l'uniformità dei criteri di progettazione per il miglioramento della qualità luminosa degli impianti per la sicurezza della circolazione stradale,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dell'attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dell'ambiente naturale, inteso come territorio, dei ritmi naturali delle specie naturali e vegetali,nonchè degli equilibri ecologici sia all'interno che all'esterno delle aree naturali protette,
-la protezione dall'inquinamento luminoso dei beni paesistici,
-la salvaguardia della visione del cielo stellato, nell'interesse della popolazione regionale,
-la diffusione tra il pubblico delle tematiche relative all'inquinamento luminoso e la formazione di tecnici con competenze nell'ambitodell'illuminazione.
E infine a conclusione dell’articolo 1 della legge 17/09, si definisce che: “Ai fini della presente legge il cielo stellato è patrimonio naturale da conservare e valorizzare”. Non si vede quindi dove esistano dei punti di scontro in queste finalità, per chiedere delle deroghe insensate come quelle chieste da alcuni consiglieri che stante il loro ruolo tutto possono dirsi fuorché “consiglieri”. D’altro canto se venissero derogati “i centri abitati”, come richiesto nella mozione, non avrebbe alcun senso parlare di tutela dell’ambiente visto che sono proprio questi a essere illuminati e non la campagna: non avrebbe senso legiferare per normare un qualcosa dove non è previsto ci sia illuminazione!  Fa specie inoltre leggere che tra gli altri vi siano proprio i rappresentanti di partiti che si sono eretti da sempre come tutori dell’ambiente a formulare tale proposta, in spregio al protocollo di Kyoto di cui l’Italia ha recepito i contenuti e alle elementari norme di buon senso. Inviare luce verso l’alto non comporta forse uno spreco? A chi giova? Non era forse compito di chi ha amministrato il Comune di Este negli ultimi 14 anni attuare i dettami delle normative in vigore? Come fanno questi signori lamentare i tagli dello Stato centrale quando usano il denaro dei cittadini per illuminare il cielo anziché le strade? Con quale coraggio si chiede alla Regione una Legge “ad Comunem” senza rendere conto dello spreco prodotto da scelte inopportune perpetrate nel tempo e che nel caso dei globi comportano oltre il 60% di spreco? Dietro ai criteri della legge ci sono possibilità di risparmio energetico che questi amministratori nemmeno immaginano. Il 60/70 % della spesa energetica dei nostri comuni è dovuto alla pubblica illuminazione e Amministrazioni “illuminate” come ad esempio quella di Chiampo, che stanno applicando la Legge, hanno raggiunto risparmi energetici che vanno dal 56% al 70%! In altri settori della gestione di una città le amministrazioni sono costrette a sforzi incredibili per conseguire una risparmio di pochi punti percentuali.
Per ciò che riguarda la “continuità” con gli impianti di illuminazione di fine ottocento, permetteteci di sottolineare la ridicolaggine delle argomentazioni. Dato che vogliamo mantenere la continuità con il passato senza preoccuparci della sostenibilità, per quale motivo non torniamo alla vecchia illuminazione a GAS? L’effetto estetico sarebbe ancor più suggestivo e la continuità con il passato sarebbe ancor forte. Ci sono soluzioni impiantistiche oggi sul mercato che sopperiscono a qualsiasi esigenza architettonica senza inquinare e con rendimenti ben superiori alle “palle” che il Comune di Este si ostinerebbe a mantenere seppur fuori legge. A nostro giudizio la mozione proposta al Consiglio Comunale di Este serve più a coprire omissioni alle quali gli amministratori si sarebbero esposti, piuttosto che ad una vera mancanza di risorse. Se applicata la Legge regionale, in pochi anni – da tre a cinque – consentirebbe di ammortizzare completamente la spesa grazie ad una maggiore efficienza degli apparecchi con conseguente guadagno per il futuro, almeno per i successivi 15/20 anni. Se davanti a questa opportunità preferiamo infilare la testa sotto la sabbia, inutile poi lamentarsi dello stato di salute delle casse comunali italiane.
Si preoccupi piuttosto l’Amministrazione di rispondere alla nostra segnalazione, inviata lo scorso Agosto, per la quale l’amministrazione è obbligata per Legge (Legge 241/90), a dare una risposta scritta entro 30 giorni. Finora la nostra istanza è rimasta lettera morta, ancora una volta la legge vale solo per i cittadini, e non tutti. Può essere che al Comune di Este non conoscano le "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”? Anziché preoccuparsi di modificare le leggi a proprio piacimento, non sarebbe piuttosto il caso di iniziare a rispettare quelle esistenti, primo fra tutti l’art. 328 del C.P.P?

                                                                IL PRESIDENTE


                                                             Dalla Gassa Leopoldo

mercoledì 5 ottobre 2011

Ad Atene peggiorano i conti mentre esplode la piazza


Una molotov lanciata contro la polizia greca (Afp)
Una molotov lanciata contro la polizia greca

da Linkiesta

     L’ufficio statistico greco smentisce il ministro delle finanze Venizelos: «La recessione sarà più dura del previsto e i conti pubblici saranno forse peggiori delle previsioni». Sebbene il ministro abbia garantito che «Atene non ha esigenze di cassa fino a metà novembre», la situazione sta peggiorando velocemente e nella capitale greca i dimostranti si sono scontrati con la polizia con alcuni feriti. Ma la troika avverte la Grecia che la sesta tranche di aiuti arriverà «non prima di novembre».

Fabrizio Goria

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/ad-atene-peggiorano-i-conti-mentre-esplode-la-piazza#ixzz1ZvhYZt2v

Rivogliamo wikipedia. No alla legge bavaglio

Cari amici in Italia,



Il governo di Berlusconi sta provando nuovamente a portare a segno in Parlamento l'infame "legge bavaglio", che metterebbe in pericolo le fondamenta della nostra democrazia. I nostri politici sono in balia delle vicine elezioni, e un sommovimento popolare potrebbe fermarli. Clicca sotto per firmare la petizione urgente per la democrazia e la libertà d'informazione. Ci rimangono pochi giorni!
E' vergognoso! E' tornata l'infame "legge bavaglio" e il Parlamento potrebbe adottarla in qualunque momento: soltanto un enorme grido d'indignazione può fermarla.
La coalizione di Berlusconi è in frantumi, ma nel crollo si sta trascinando la sua maggioranza per portare a segno la "legge bavaglio", che minerebbe sensibilmente il potere del nostro sistema giudiziario di combattere il crimine e la corruzione, e imporrebbe sanzioni draconiane contro editori, giornalisti e blogger. L'anno scorso abbiamo combattuto questa legge e abbiamo vinto. Anche questa volta dipende solo da noi: battiamoci con tutte le nostre forze per salvare la nostra democrazia!
Il bavaglio potrebbe diventare legge in ogni momento! Oltre 350.000 italiani stanno chiedendo al Parlamento di respingere la "legge bavaglio" e proteggere così la libertà di stampa: raggiungiamo ora le 500.000 firme! Clicca sotto per firmare e inoltra questa e-mail a tutti quelli che conosci - la petizione sarà consegnata direttamente ai parlamentari durante ogni voto cruciale da ora fino alle prossime due settimane:


http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_2/?vl


A fronte di nuovi vergognosi scandali sessuali e episodi di corruzione che hanno colpito il Premier e alcuni membri del governo, incluse accuse di prostituzione minorile e appalti assegnati in cambio di ragazze, il governo di Berlusconi sta facendo di tutto per far passare questa legge, che limiterebbe pericolosamente il potere giudiziario e metterebbe il bavaglio agli editori, i giornalisti e i blogger.
L'anno scorso abbiamo costretto il Parlamento a chiudere nel cassetto la "legge bavaglio", grazie a un'enorme mobilitazione pubblica, che ha attirato l'attenzione dei media internazionali e ha aiutato a dividere la coalizione governativa. Ma ora che il suo disastroso mandato sta volgendo al termine, Berlusconi sta disperatamente cercando di proteggere se stesso e i suoi alleati dalle condanne e censurare preventivamente la stampa per fermare nuovi scandali dall'essere pubblicati.
Se la "legge bavaglio" passerà, non potremo più raccogliere le prove investigative contro i casi di corruzione e mafia e chiedere conto ai nostri politici, e un fondamento della nostra democrazia sarebbe distrutto. Solo noi possiamo fermare tutto questo! Firma la petizione urgente ora e invita tutti i tuoi amici a farlo:


http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_2/?vl

martedì 4 ottobre 2011

Gli immigrati, la Lega Nord e la crisi

Cosi mentre anche Este risente dei colpi pesantissimi della crisi gli esponenti locali della Lega Nord si sbracciano per dire la loro sulla iniziativa del collegio Manfredini che dal cinque ottobre ospiterà alcuni profughi provenienti dalla Libia. L'ala moderata, rappresentata dal consigliere Carlo Zaramella, memore delle sue origini cattoliche, plaude ma con moderazione. Spiega comunque che, per fortuna, i padri salesiani non pagano i libici a cui , in cambio dell'ospitalità, chiedono di svolgere una attività di pulizia delle strade per conto del Bacino Pd 3.  Ignora il nostro forbito rappresentante leghista che queste persone ospitate al Collegio Manfredini hanno i diritti di tutti gli altri, poichè di persone si tratta e non di schiavi. No comment invece sulle solite tirate razziste della parlamentare Paola Goisis , esponente tipica della classe politica cialtrona, eletta col listino bloccato per ben due volte in Parlamento ed oggi come sempre affacendata a dimostrare che l'amministrazione estense (da quando in qua i padri salesiani governano la città?)ospita a tradimento extracomunitari.Come sempre impegnata a dimostrare che gli extracomunitari godono di privilegi inesistenti e mettono in seria discussione la sicurezza cittadina.Ma perchè anzichè inventarsi problemi questi signori non si occupano della crisi che anche ad Este morde fascie sempre più consistenti di popolazione? Lo sanno che in città e nel circondario sono quasi 400 le famiglie che chiedono il buono pacco della Croce Rossa? Una crisi destinata ad aumentare, purtroppo, e che richiede risposte intelligenti e mature da una classe politica ed amministrativa di cui purtroppo anche loro fanno parte. 
IN quanto a noi, esprimiamo solidarietà ai padri salesiani che, svolgendo azione di supplenza rispetto ad uno stato incapace ed arrogante, si incaricano di aiutare persone fuggite da una pesantissima guerra civile tuttora in corsa.